I meravigliosi nove mesi: Terzo trimestre

Con la 26a ci ritroviamo ad affrontare gli ultimi tre mesi di gravidanza. Da ora il feto passerà il 90% del suo tempo a dormire e mentre dorme nulla può svegliarlo.

L’altro 10% del tempo resta sveglio e attento a tutto quello che può succedere. Reagisce a suoni improvvisi con il riflesso di trasalimento, muovendo gambe e braccia verso un lato. Si ritiene che questo riflesso abbia avuto origine in un epoca in cui l’uomo rischiava di essere divorato da grandi predatori.

Nel corso dell’ultimo trimestre arriva a deglutire fino a mezzo litro al giorno di liquido amniotico. Ingoiando il liquido amniotico, il feto contribuisce a mantenere l’equilibrio dei liquidi nel grembo materno e aiuta il corretto sviluppo del suo sistema digestivo.

Al momento del taglio del cordone ombelicale il bambino deve aver perfezionato questa “arte” di trasportare il nutrimento dalla bocca allo stomaco. Oltre alla deglutizione, il riflesso che il neonato deve perfezionare prima della nascita è quello della suzione.

Alla 26a il feto misura 25 cm di lunghezza. Cresce rapidamente. Tra l’inizio del terzo trimestre e la nascita triplica di peso e raddoppia di lunghezza. Il cervello ed il sistema nervoso continueranno a svilupparsi e il feto comincerà a creare la sua prima memoria.

Sempre alla 26a settimana si può sentire il battito del feto solo appoggiando l’orecchio al ventre della madre. Il suo cuore batte due volte più veloce di quello della madre. La frequenza del battito ci fornisce importanti informazioni sullo stato di salute del feto.

La frequenza cardiaca e pressione della madre sono influenzate dal suo stato d’animo. Se è tesa e stressata saranno entrambe alte. Gli aumenti del battito e della pressione della madre possono attraversare la placenta e hanno un impatto diretto sul feto.

Poichè gli effetti fisiologici dello stress si propagano lentamente attraverso la placenta, non vedremo degli effetti immediati, ma accadrà che appena i valori della madre ritornano normali, il battito del feto inizierà ad accelerare.

Concretamente, lo stato di stress della madre può portare a un forte calo di peso alla nascita oppure ad una nascita prematura. Potrebbe anche accadere che uno stato prolungato di ansia o stress della madre possa provocare nel feto una predisposizione allo stress e preparare il terreno a future patologie come problemi di cuore o diabete in età adulta. Ci potrebbero essere addirittura effetti dannosi sullo sviluppo mentale nei primi anni di vita.

Ora lo possiamo sentire muoversi tutti i giorni. Scalcia, spinge, a volte singhiozza. Il singhiozzo è una contrazione involontaria del diaframma. Il motivo è un mistero, potrebbe essere un riflesso che insegna ad attaccarsi alla mammella.

Lo spasmo del singhiozzo del feto è abbastanza forte da essere notato ma a differenza del nostro il suo non produce alcun rumore. Il rumore del singhiozzo nell’adulto è provocato dall’improvvisa corrente d’aria che viene formata dalla chiusura delle corde vocali e, ovviamente, non essendoci aria nei polmoni del feto, lui non produrrà alcun rumore.

L’ultimo degli organi che si formano sono i polmoni. Nella vita intrauterina i polmoni non servono in quanto è il sangue materno a fornire al feto l’ossigeno necessario attraverso la placenta.

Nonostante ciò polmoni e diaframma si muovono e questo è necessario per allenare i muscoli pettorali per quando, dopo la nascita, dovranno espandersi per riempire i polmoni di ossigeno. La maggior parte dei feti che nascono alla 26 a settimana non hanno problemi di salute, aumentano di peso velocemente e allenano subito i riflessi agli organi di senso.

A volte non va sempre tutto bene, ma con le attuali tecniche di chirurgia prenatale si possono salvare molte vite. Per esempio dall’introduzione dello fetoscopio, uno strumento formato da filamenti di fibre ottiche, è possibile intervenire sul feto ancora prima della nascita attraverso l’introduzione di un palloncino nel feto. Si tratta di una tecnica per la cura dell’ernia diaframmatica nella fase prenatale; eseguita solo in tre centri in tutta Europa:

  • University Hospital “Gasthuisberg”, Leuven , Belgio (Prof J Deprest)

  • King’s College Hospital, Londra , UK (Prof K Nicolaides)
  • Vall d’Hebron Hospital, Barcelona, Spagna (Prof E Gratacos).

Da quando si è iniziato ad utilizzare questa tecnologia, la sopravvivenza si è alzata al 50-60% rispetto a prima la cui percentuale era inferiore od uguale a 10-15%.

28a settimana. Il feto ha compiuro due terzi del suo viaggio nel grembo materno. Acquista velocemente peso poichè si accumula grasso sottocutaneo, gli organi di senso sono formati e la corteccia celebrale è pronta per sviluppare la consapevolezza.

Entro le prossime 4 settimane il sistema nervoso sarà pronto per questo grande compito: il feto inizia ad essere cosciente del mondo che lo circonda e per la prima volta il cervello crea la sua memoria.

Il feto ha familiarizzato con la voce della madre tanto che è in grado di risponderle con un sorriso. Sembra che il pianto dei neonati, a seconda di alcuni ricercatori, possa addirittura riprodurre alcune inflessioni della voce della madre.

Ora il feto può sentire, gustare, odorare, toccare. Probabilmente si è già messo in posizione e si prepara per uscire. Questo cambiamento di posizione, per la madre, vuol dire ricevere qualche calcio direttamente sulle costole.

Il tipo di musica che si ascolta, influenza lo stato d’animo del feto. Un tipo di musica troppo vivace lo stimola ed eccita. Un tipo di musica tranquilla come la musica classica o corale avrà un effetto sedativo e calmante.

Se il feto ascolta ripetutamente una stessa canzone, può perfino essere in grado di ricordarla.

Alla 33a settimana è in grado di riconoscere una particolare canzone e di seguirne il ritmo.

Durante uno studio di ricerca i feti sono stati sottoposti ad ascoltare ripetutamente la sigla di una soap opera. Dopo la nascita facendo ascoltare la stessa musica gli stessi bambini riuscivano a rilassarsi, rimanevano attenti e smettevano di piangere. I bambini che durante la gravidanza non avevano ascoltato la stessa musica invece rimanevano indifferenti.

È questa la prova che la memoria a lungo termine funziona ancor prima della nascita.

In un altro simile esperimento le madri hanno fatto ascoltare al feto, negli ultimi due mesi di gravidanza, una stessa filastrocca. Al termine dell’esperimento il rallentamento del battito aveva dimostrato che il neonato aveva riconosciuto la filastrocca rispetto ad altre che non aveva mai sentito.

Alcuni studiosi pensano che ci sia solo una lieve differenza tra il cervello di un neonato e quello di un feto alla 32a settimana. Mentre una volta si riteneva che lo sviluppo mentale iniziasse con la nascita, ora si pensa non sia più così. In termini di sviluppo del pensiero, dell’apprendimento e della memoria, il suo cervello ha già cominciato a funzionare correttamente nell’ultimo trimestre di gravidanza e continuerà a svilupparsi con la stessa velocità per tutto l’anno successivo.

La fase finale della gestazione è molto impegnativa per la madre. Molte donne vivono con disagio gli ultimi due mesi; il peso della bambina, la pressione sulla colonna vertebrale e lo spazio diventato angusto per il feto portano sofferenza a gambe e schiena. A questo si aggiunge l’ansia del parto e la fatica che fanno i polmoni che necessitano del 20% in più di ossigeno.

Una delle cose rilevata dalle ecografie 4D è che i bambini hanno un sonno REM, una fase in cui si può notare un rapido movimento oculare. Sappiamo che questa è la fase in cui si sogna. Il movimento oculare ci fa quindi pensare che il feto sia già in grado di sognare. Difficile dire cosa possa sognare ma probabilmente sognerà di giocare con i propri piedi o i rumori della madre.

In qualche modo, per noi adulti sognare è un motivo per farci capire gli eventi e svilluppare modi diversi di affrontare il mondo. Nel feto i sogni potrebbero essere dei processi fondamentali che stimolano il cervello a crescere e svilupparsi.

La mancanza di sonno per un feto o un neonato può compromettere seriamente lo sviluppo del cervello.

In un feto di 8 mesi il cervello ha sviluppato circa 100 miliardi di neuroni e 1000 miliardi di connessioni nervose. Nel grembo il cervello e la testa hanno raggiunto la loro dimensione massima senza compromettere la loro capacità di fuoriuscire dal bacino della madre.

Un bambino potrebbe nascere intorno alla 35a settimana e sopravvivere senza bisogno di cure particolari, ma più a lungo resterà nel grembo materno migliore sarà la sua salute alla nascita.

La madre comincia a vivere quest’ultimo periodo con forte disagio. Il bambino è ormai diventato grande, ha poco spazio per muoversi e necessita di molte più risorse di quanto la madre non sia in grado di fornire.

Ma è arrivato il momento di uscire!

È iniziato il conto alla rovescia. È impossibile stabilire la data esatta della nascita infatti solo il 5% dei bambini nasce entro il termine stabilito. Il margine di tempo in cui nascono gli altri invece è di due settimane prima o dopo la data stimata.

La madre attende con ansia le prime contrazioni dell’utero o la rottura delle acque quando si rompe il sacco amniotico. Non si sa ancora che cosa dia il via al parto ma è certo che sono polmoni e placenta tra i primi a dare il via. Quando i polmoni sono completamente formati rilasciano una proteina nel liquido amniotico che altera la produzione di ormoni della placenta. Essa rallenta la produzione di progesterone e sollecita il rilascio di un nuovo ormone, l’ossitocina, che induce le contrazioni dell’utero provocando le doglie.

L’ossitocina inibisce inoltre la memoria e forse aiuta la madre a dimenticare il dolore del parto affinchè si stabilisca subito un legame con il neonato.

All’inizio del travaglio vediamo che la testa si trova sul fondo dell’utero e preme sulla cervice, la sezione che collega l’utero alla vagina.

Ora la cervice dovrà dilatarsi di ben 10 cm per far passare la testa del bambino.

Il dolore del parto può risultare più sopportabile rimanendo in piedi, seduta, accovacciata o anche rimanere nell’acqua piuttosto che in posizione supina. La giusta posizione può ridurre i tempi del travaglio ed evitare un cesareo.

Il travaglio è doloroso e stressante anche per il nascituro. La compressione del cordone ombelicale riduce la quantità di ossigeno; il feto produce una scarica di adrenalina che permette al cuore di pompare più velocemente. L’adrenalina serve anche ai polmoni a svolgere quella che sarà la loro funzione per il resto della vita.

Non appena la cervice raggiunge la massima dilatazione inizia la seconda fase del travaglio, il parto vero e proprio.

Ad ogni contrazione uterina il bambino viene spinto verso la vagina finchè la testa non comincia ad intravedersi. Ad ogni contrazione che ora avviene ogni minuto, l’ostetrica esorta la madre a spingere forte per far uscire il bambino.

Esce la testa, un altra contrazione ed esce la spalla, poi una mano… è nato!

Una volta nato, i fluidi defluiscono, l’aria entra dilatando gli alveoli e in un istante iniziano ad estrarre ossigeno per farlo respirare.

Tutti gli apparati vitali funzionano in modo indipendente ed il cordone ombelicale può essere reciso.

La placenta è ormai inutile e, nella terza fase del travaglio, il secondamento, si stacca dall’utero ed esce attraverso la vagina subito dopo la nascita del bimbo.

Il dolce sorriso che il feto riservava a sua madre nel grembo materno è scomparso e ricomparirà non prima delle 4 settimane di vita.

Ora è pronto ad affrontare il mondo, per la prima volta proverà le tante sensazioni piacevoli e non come il freddo e la fame.

One comment on “I meravigliosi nove mesi: Terzo trimestre

  • Cristina Brasi

    In realtà l’intervento per l’ernia diaframmatica viene eseguito anche in Italia, per la previsione alla Mangiagalli di Milano dal Dott. Nicola Persico. Una mente fuori dal comune, un chirurgo di eccellenza ed un uomo splendido, semplice, alla mano, accogliente e sempre sorridente. Oltre a questa tipologia di intervento esegue quello per la trasfusione feto-fetale in gemelli monocoriali. Con lui collabora la Dott.dsa Iabella Fabietti, donna eccezionale, medico preparatissimo, ecografa ad altissimi livelli e incredibilmente sorprendente per l’amore che profonde verso mamme e bambini. In ultimo, ma non per importanza, per o controlli neurologici per la valutazione di eventuali danni neurologia a seguito della trasfusione feto-fetale, interviene la Dott.dsa Simona Boito, attenta, brillante, capace e con una passione al di fuori del comune. Abbiamo la fortuna di avere delle grandissime eccellenze.

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