Ecografia in gravidanza

Che cos’è l’ecografia

L’ecografia è una tecnica che consente di vedere gli organi del nostro corpo con l’utilizzo di onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni non udibili dall’orecchio umano) che attraversano i tessuti.

Il principio su cui si basa l’ecografia è lo stesso usato dai sonar delle navi per localizzare i sottomarini. In pratica, l’ecografo funziona così: la sonda posta sull’addome materno invia impulsi di onde sonore nel corpo. Queste onde sonore in parte vengono riflesse dalla parte addominale e dalla parte dell’utero, creando echi. Quando le onde sonore arrivano al feto mandano altri echi (o onde di ritorno) che sono trasformati in immagini sul monitor dell’ecografo. Con l’ecografia è, quindi, possibile osservare in modo dettagliato il feto dentro l’utero.

Che cosa si vede con l’ecografia?

Nella gravidanza normale vengono eseguiti tre esami: nel primo trimestre(a 11-14 settimane), nel secondo trimestre (a 20-22 settimane) e nel terzo trimestre (a 29-35 settimane).

Con l’ecografia del primo trimestre (11a-14a settimana) è possibile misurare la lunghezza del feto e valutare se il suo sviluppo corrisponde all’epoca di gravidanza valutata in base alla data dell’ultima mestruazione. Talvolta questa data non è ricordata esattamente oppure le mestruazioni non sono regolari: un’ecografia eseguita nei primi tre mesi consente di datare con precisione l’epoca della gravidanza. Dalla fine del secondo mese si visualizza l’attività pulsatile del cuore, i movimenti fetali ed il numero dei feti.

Nel corso di questa ecografia può essere valutata la translucenza nucale (quantità di fluido che si accumula normalmente nella regione nucale fetale). Le informazioni ottenute da questa misurazione permettono di identificare con maggiore precisione i feti a rischio per patologie cromosomiche, come la sindrome di Down, e per altre patologie come le malformazioni cardiache.

Calcolando il rischio al computer (Programma Fetal Medicine Foundation) e stabilendo un valore soglia di 1:300, è possibile individuare l’82% dei feti affetti da anomalie cromosomiche.

Più tardi, con l’ecografia del secondo trimestre (20a-22a settimana), si effettuano le misurazioni della testa, dell’addome e del femore fetale ed i valori di tali misure vengono confrontate con quelli delle curve di riferimento. Si può così valutare se le dimensioni del feto corrispondono a quelle attese per l’epoca della gravidanza. In questo stesso periodo si visualizzano la sede di inserzione placentare, la qualità di liquido amniotico e di alcuni organi interni.

Il sesso del feto è evidenziabile dal quarto mese: da questo momento la possibilità di definirlo dipende dalla posizione del feto. È perciò possibile anche a termine di gravidanza, non riuscire a determinare il sesso se la posizione del feto non è adatta.

È possibile valutare gli organi interni del feto.
Oltre alle strutture che vengono misurate normalmente (testa, addome, femore) si visualizzano la vescica, i reni , lo stomaco, le strutture intracraniche e la colonna.

L’ecografia consente di visualizzare anche altre parti del corpo fetale (ad esempio il cuore), però esami dettagliati di certi organi vengono eseguiti solo quando vi sia l’indicazione specifica.

La possibilità di rilevare un’anomalia dipende dalla sua dimensione, dalla posizione del feto nell’utero, dalla quantità di liquido amniotico e dallo spessore della parete addominale materna e dall’epoca di gravidanza. Perciò, per i limiti intrinsechi della metodica, si sottolinea che è possibile che alcune lesioni, anche importanti, non siano rilevate.

L’ecografia nel terzo trimestre permette di valutare se le dimensioni del feto corrispondono a quelle attese per l’epoca di gravidanza, di individuare le malformazioni non rilevabili nel secondo trimestre, di valutare la sede della placenta ed il liquido amniotico.

Su indicazioni del medico curante, in alcuni casi, l’ecografia può essere effettuata anche il altre date.

Può essere necessario, in alcuni casi, ripetere l’esame più volte: questo verrà consigliato dallo stesso operatore che ha eseguito l’ecografia.

Gli ultrasuoni sono utilizzati nella pratica ostetrica da oltre 25 anni e mai sono stati riportati effetti dannosi, anche a lungo termine, sul feto. Per tale ragione, con le procedure oggi adottate, l’uso diagnostico dell’ecografia è ritenuto esente da rischi.

Fonte:

  • Ambulatorio ecografico S.Orsola – Bologna

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