L’intelligenza e la sua misurazione

La nozione di intelligenza è una delle più vaghe e imprecise; nella sua stessa definizione si incontrano notevoli differenze fra autore e autore.

Le controversie che nascono sono causate sia dal problema dell’origine dell’intelligenza, sia da quello del suo rapporto con le altre facoltà psichiche.

Le teorie riguardanti l’origine dell’intelligenza vanno dalla concezione di tipo empirico, secondo cui essa è un prodotto delle influenze ambientali, alla conzecione di tipo razionalistico, che la considera come una capacità originaria, cioè ereditata, che progredisce con la maturazione del soggetto.

Nel suo rapporto con le altre attività psichiche l’intelligenza può essere considerata come una funzione distinta, per cui non è istinto, né memoria, né abilità di movimenti. Da un altro punto di vista, però, ciascuna di queste funzioni appare difficilmente isolabile dalla totalità del comportamento intelligente. Infatti la presenza di una buona memoria, o di una spiccata capacità di apprendimento o di attenzione, denota un soddisfacente sviluppo intellettuale.

Quindi l’intelligenza può essere definita in vari modi:

  • Capacità di risolvere, con l’aiuto del pensiero, problemi nuovi (Claparède).

  • Capacità generale dell’individuo di adattare consapevolmente il proprio pensiero a nuove situazioni (Stern).
  • Atto di brusca ristrutturazione (Köhler).
  • Comprensione repentina (Bühler).
  • Capacità di ragionamento astratto (Terman).

Di fronte a tutte queste divergenze, è prevalso l’atteggiamento empirico: si valuta la capacità intellettiva attraverso le sue manifestazioni concrete giungendo a individuare nell’intelligenza un’attitudine che può essere misurata con dei test. La persona più intelligente riuscirà cioè a risolvere meglio e più in fretta una serie di situazioni che implicano l’intervento delle capacità intellettive.

I primi test sono quelli dello psicologo francese Binet che nel 1904 fu incaricato di formulare dei test per individuare quei bambini che non erano in grado di affrontare la normale istruzione elementare. I primi risultati erano grossolani e poco differenziati, ma in seguito, con la collaborazione dello psicologo Simon nacque la prima scala metrica dell’intelligenza, detta appunto scala di Binet-Simon. Essa comprende un numero piuttosto vasto di prove, costituite da semplici esercizi di carattere pratico e verbale, dello stesso tipo di quelli in cui il bambino si imbatte ogni giorno nel suo ambiente, e la cui difficoltà aumenta gradatamente.
In seguito questi test furono rivisti e migliorati da Terman e da Merril per cui troveremo altre due scale: scala di Binet-Simon nella revisione Terman e la scala di Binet-Simon nella revisione di Terman-Merril.

Ed ecco alcune prove del test di intelligenza Binet-Simon:

Prove dei tre anni

  1. Mostrare il naso, gli occhi, la bocca.
  2. Ripetere frasi brevi (fino a sei sillabe).
  3. Ripetere cifre (fino a tre).
  4. Enumerare figure di un quadro.
  5. Dire il nome di famiglia.

Prove dei quattro anni

  1. Ripetere tre cifre.
  2. Confrontare la lunghezza di due linee.

Prove dei cinque anni

  1. Confrontare due pesi.
  2. Copiare un quadrato.
  3. Ripetere una frase di dieci sillabe.
  4. Contare quattro soldi.

Prove dei sei anni

  1. Distinguere la mattina dalla sera.
  2. Definire un oggetto.
  3. Copiare una losanga.
  4. Contare tredici soldi semplici.
  5. Dire qual è la più bella di due figure (profili femminili).

Prove dei sette anni

  1. Mostrare la mano destra e l’orecchio sinistro.
  2. Descrivere una figura.
  3. Riconoscere quattro colori.

Prove dei otto anni

  1. Dire che differenza c’è tra due cose.
  2. Contare da 20 a 0 in ordine regressivo.
  3. Indicare le lacune in figure incomplete (es.: manca un orecchio nel disegno di un viso).
  4. Indicare le data del giorno.
  5. Ripetere cifre (fino a cinque).

Prove dei nove anni

  1. Definire gli oggetti in termini più ampi della loro funzione.
  2. Riconoscere tutti i tipi di moneta.
  3. Nominare i mesi.

Prove dei dieci anni

  1. Ordinare cinque oggetti secondo il peso.
  2. Criticare frasi assurde.

Prove dei dodici anni

  1. Dire più di sessanta parole in tre minuti.
  2. Definire termini astratti.

Prove dei quindici anni

  1. Ripetere cifre (fino a sette).
  2. Trovare tre rime a una parola data.
  3. Ripetere una frase (fino a ventisei sillabe).
  4. Interpretare il significato di un quadro.
  5. Risolvere il problema di un fatto di cronaca (d’ordine pratico).

(Fonte: Alfred Binet e Théodore Simon, “La mesure du développement
de l’intelligence chez les jeunes enfants”, 1911)

L’aver trovato una serie di prove di difficoltà graduata rese possibile confrontare l’età cronologica (EC) del bambino e il livello da lui raggiunto nella scala intellettuale, cioè la sua età mentale (EM).

Lo psicologo W. Stern relazionò i due valori stabilendo un rapporto che ci permette di calcolare il quoziente intellettuale (QI) di un individuo.

Come si calcola quindi? Poniamo due esempi:

  1. Caso A = EC anni 6, EM anni 3. Questo significa che abbiamo di fronte un bambino di 6 anni (EC) che ha superato bene il test per i tre anni ma non ha superato quello dei 6. Applico la formula, 6 diviso 3, moltiplico il risultato per 100 (per limitare l’uso delle cifre decimali), dove 100 rappresenta un soggetto di QI normale. Il risultato è 50 (QI) quindi mi trovo di fronte un bambino ipodotato.
  2. Caso B = EC anni 6, EM anni 8. Situazione opposta alla precedente. Abbiamo di fronte un bambino di 6 anni (EC) che ha superato bene il test per gli 8 anni ma non ha superato quello successivo. Applico la formula, 8 diviso 6, moltiplico il risultato per 100. Il risultato è 133 (QI) quindi mi trovo di fronte un bambino con QI superiore alla norma (non iperdotato, poichè per esserlo dovrebbe avere un QI superiore a 140).

Quindi il QI permette di stabilire paragoni tra i soggetti, qualunque sia la loro età cronologica; questo però entro i limiti della maturazione dell’intelligenza, che dopo aver progredito fino ai 16 anni, si arresta bruscamente.

Questo tipo di scala presentata qui non è perciò idonea alla valutazione dell’intelligenza adulta perchè si basa sullo sviluppo delle capacità intelletive in rapporto alla crescita fisiologica. Tuttavia sono molto limitati i casi eccezzionali e normalmente la precocità dei primi anni di vita si trasforma in superiorità anche in età adulta. Da lunghi studi condotti da Terman si è dimostrato che bambini iperdotati da adulti guadagnano circa il doppio della media nazionale e raggiungono i gradini più elevati della scala sociale.

Le differenze individuali dell’intelligenza sono dovute sia a influenze ereditarie che ambientali. In che rapporto stanno i due fattori, si è scoperto solo esaminando due gemelli identici separati subito dopo la nascita e vissuti in ambienti diversi: allo sviluppo dell’intelligenza concorrono per due terzi l’ereditarietà e per un terzo l’ambiente.


Fonte:

  • F. Antonini e M.T. Pansera, “Corso di psicologia”, Sansoni Editore, 1989

2 comments on “L’intelligenza e la sua misurazione

  • michele

    cortesemente vorrei sapere se l intelegenza e ereditaria e perche una persona non sviluppa l inteligenza anche non malata grazie

    • tamara

      Ciao Michele, non ho capito bene la tua domanda però posso dire che l’intelligenza è di origine ereditaria ma molta influenza ce l’ha l’ambiente in cui si cresce.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

da Twitter

Chiedi all’ostetrica!

Vai ora alle Domande!
Vogliamo dare il supporto professionale di un ostetrica per risolvere dubbi, avere chiarimenti e informazioni su tutto quello che riguarda la fertilità, la gravidanza, il parto, il post-partum o qualsiasi altra cosa di sua competenza.

Si chiama Pia ed è la nostra "roccia", ha aiutato veramente tante mamme (compresa la sottoscritta) con la sua lunghissima esperienza, dedizione e pazienza.

Applicazioni utili

Avete dubbi sui rischi relativi alla Trisomia 21 o Sindrome di Down?
Translucenza Nucale è l'unica applicazione esistente sul mercato android che vi aiuterà a interpretare correttamente i risultati dell'esame di Translucenza Nucale.

Con questa applicazione potrete verificare i vostri risultati in base a criteri scientifici e non opinioni.

Chi sono?

Per motivi di lavoro abbiamo viaggiato in Australia e in Norvegia dove attualmente viviamo. Rispetto allo stile di vita italiano abbiamo più tempo per i figli e siamo molto più sereni e rilassati anche se non abbiamo le nostre famiglie vicine e non viviamo negli agi.

Viaggiando e stando a contatto con altre culture diverse dalla nostra, ho imparato molto, prima di tutto il gioire delle piccole cose che la vita ti regala. Attraverso questo sito desidero essere utile in qualche modo, magari anche solo trasmettendo un po' di serenità.