Aggressività e sessualità nell’infanzia

L’aggressività in un bambino è sempre segnale di un disagio o di una frustrazione.
Ovviamente in merito ci sono fior fior di studi da parte di svariati psicanalisti. Qui non si vuole fare psicanalisi ma solamente fare un quadro generale di ciò che passa nella testa di un bambino nella prima parte della sua infanzia, tenendo sempre presente che è giusto soddisfare i bisogni del bambino, ma è anche molto importante che esso sperimenti la sensazione della frustrazione, estremamente necessaria al suo sviluppo mentale.

Si è notato che l’irritabilità infantile raggiunge punte massime tra 1 e 3 anni per diminuire gradualmente fino a 5 anni e aumentare nuovamente tra i 6 e gli 8 anni. Questi ci fa dedurre che le difficoltà del bambino coincidono con i periodi in cui deve modificare il suo comportamento in base alle pretese dei genitori:

  1. Svezzamento. Naturale è la frustrazione di dover abbandonare la suzione dal seno, da cui riceve piacere, per un’alimentazione imposta. Diciamo quindi che l’ideale in questo caso è quello di iniziare lo svezzamento quando vediamo che il bambino mostra interesse per altro cibo.
  2. Addestramento alla pulizia. Qui la frustrazione deriva dal dover regolamentare le proprie abitudini a norme prestabilite. Io, con i miei bambini, ho iniziato ad insegnare loro a lavare i denti e pettinarsi come un gioco e avviato una routine che permetterà loro di affrontare questo passaggio nel modo più graduale possibile.
  3. Inizio del periodo scolare. Qui si va proprio a cambiare la routine familiare, la sua libertà viene limitata. Deve affrontare nuovi compiti, acquisire nuove abilità. Il mio suggerimento è quello di prepararlo già a casa, sicuramente attraverso il gioco ma anche attraverso il dialogo, a ciò che lo aspetta.

Freud è quello che ci dà la spiegazione più completa basandosi sulla sessualità infantile, dividendo l’argomento in tre punti principali:

  1. Le zone erogene. Ossia quelle zone del corpo, e sono tre, che per la loro funzione fisiologica sono destinate a procurare piacere.

    La prima zona erogena è quella orale che è attiva già con il poppare del neonato che ricava piacere da ciò. Questo piacere poi non avrà più niente a che vedere con l’alimentazione per cui cercherà di succhiare altro come il suo dito.

    Poi c’è la zona anale. Il bambino proverà particolare soddisfazione nell’evacuazione e ciò che si stacca da lui lo considera come parte di se stesso, come un dono che offre agli altri, con cui può dimostrare la sua obbedienza od ostinazione solo espellendo o trattendendo, concedendo o rifiutando. Qui suggerisco, quando si avvia il bambino al vasino, di inventare una storia sul viaggio che faranno le feci o semplicemente dare loro il saluto mentre si fanno scendere nel wc.

    Infine la zona uretrale, quindi il piacere che ne deriva dalla funzione dell’urinare e dalle cure di pulizia della madre. Già durante il primo anno di vita proverà una forma di piacere ed eccitazione provocata dagli sfregamenti della mano nella zona genitale che riprenderà verso i 4-6 anni, per arrivare alla sua massima espressione nel periodo della pubertà, quando si ha la maturazione fisiologica dell’apparato genitale.

  2. I rapporti affettivi. Il rapporto che si instaura nell’ambiente familiare sta alla base dei rapporti affettivi che instaurerà in età adulta. Migliore sarà il rapporto vissuto nella prima infanzia con la madre e migliore saranno di conseguenza i rapporti che stabilirà con altri individui. Sarà necessaria la presenza di una madre affettuosa, costante e protettrice senza eccedere con cure soffocanti che gli impediscono di estrinsecare la propria personalità. L’affetto materno deve essere in grado di dare sicurezza emotiva per andare verso il mondo, realizzare a pieno se stesso e aprirsi al rapporto con gli altri.
  3. Le teorie sessuali dei bambini. Tra i tre e i cinque anni i bambini iniziano a dimostrare interesse nei confronti di problemi come la nascita e la differenza tra i sessi.

    Il primo problema che si pongono i bambini è prorpio “da dove vengono i bambini?”, magari proprio perchè è in arrivo o sta per arrivare un fratellino. Generalmente, quando il genitore risponde in modo vago usando per esempio il mito della cicogna, pensa che il bambino sia soddisfatto della risposta, ma in realtà egli capisce perfettamente che il genitore non vuole rispondere alle sue domande per cui, delusi dal comportamento dei genitori, continuano le loro ricerche da soli.

    Inizia quindi a fare le proprie teorie. Quando vede la pancia grossa della mamma appare ovvio che il bambino è li dentro, ma come ne uscirà? Nel suo immaginario potrebbe essere da una delle aperture del corpo, dal seno materno o da un incisione del ventre. Poichè non troverà soddisfacente nessuna di queste teorie, abbandonerà le ricerche. Ma prima di abbandonarle, inizierà ad interessarsi alla differenza dei sessi.

    Inizialmente la differenza dei sessi per un bambino è solo un diverso modo di atteggiarsi o di vestirsi. Quando però per la prima volta vedrà i genitali del sesso opposto, rimarrà sorpreso e non accetterà la realtà. Anche qui farà i suoi ragionamenti, le sue teorie, il maschietto penserà che le bambine sono vittima di chissà quale calamità e temerà anch’egli di perdere il pene (se la paura viene rafforzata dagli adulti minacciandolo di portargli via quella parte se “non si comporterà bene” si forma il complesso di castrazione).

    La bambina a sua volta, vista la differenza, attenderà che cresca anche a lei il pene; rimanendo delusa la sua aspettativa, prova un senso di privazione ed inferiorità nei confronti dei bambini. Può capitare che questo suo senso di inferiorità causi una forma di ribellione che, in età adulta, arrivi a rifiutare la sua femminilità per esempio desiderando ad ogni costo fare ciò che fanno i ragazzi e rifiutando la maternità.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

da Twitter

Chiedi all’ostetrica!

Vai ora alle Domande!
Vogliamo dare il supporto professionale di un ostetrica per risolvere dubbi, avere chiarimenti e informazioni su tutto quello che riguarda la fertilità, la gravidanza, il parto, il post-partum o qualsiasi altra cosa di sua competenza.

Si chiama Pia ed è la nostra "roccia", ha aiutato veramente tante mamme (compresa la sottoscritta) con la sua lunghissima esperienza, dedizione e pazienza.

Applicazioni utili

Avete dubbi sui rischi relativi alla Trisomia 21 o Sindrome di Down?
Translucenza Nucale è l'unica applicazione esistente sul mercato android che vi aiuterà a interpretare correttamente i risultati dell'esame di Translucenza Nucale.

Con questa applicazione potrete verificare i vostri risultati in base a criteri scientifici e non opinioni.

Chi sono?

Per motivi di lavoro abbiamo viaggiato in Australia e in Norvegia dove attualmente viviamo. Rispetto allo stile di vita italiano abbiamo più tempo per i figli e siamo molto più sereni e rilassati anche se non abbiamo le nostre famiglie vicine e non viviamo negli agi.

Viaggiando e stando a contatto con altre culture diverse dalla nostra, ho imparato molto, prima di tutto il gioire delle piccole cose che la vita ti regala. Attraverso questo sito desidero essere utile in qualche modo, magari anche solo trasmettendo un po' di serenità.