Psichiatra condannata in cassazione per lesioni colpose ad una bambina

Psichiatra condannata in Cassazione per lesioni colpose ad una bambina: l’Ordine dei Medici invece la assolve all’unanimità.

La dottoressa Marazziti, dell’equipe psichiatrica di Cassano, è stata accusata di lesioni gravi e volontarie e sperimentazione illegale ai danni di una bambina. Nel 1999 le prescrisse per dimagrire due farmaci in sperimentazione e senza aver correttamente informato la famiglia sulle possibili conseguenze: il Topamax, farmaco aggiuntivo per la cura dell’epilessia, e il Fevarin, un antidepressivo. Entrambi i farmaci non erano ancora nel prontuario farmaceutico e sul Topamax esistevano solo tre studi, fatti negli USA, di cui due sugli animali e uno su una donna di 37 anni. La dottoressa prescrisse tali farmaci a dosaggi elevatissimi proprio con lo scopo di causare gli effetti collaterali, tra i quali appunto la perdita di peso. A causa dell’assunzione, la ragazza ha avuto gravi danni fisici causati dai farmaci, tra i quali alterazione della vista, coliche renali, allucinazioni, sonnolenza, etc. senza tra l’altro dimagrire.

Possiamo anche leggere la documentazione della Corte di Cassazione timbrato in data 30 settembre 2008, dove sono ben spiegate le motivazioni che portano al giudizio di colpevolezza.

Il comunicato stampa del 26 febbraio 2009 di Giù le mani dai bambini riporta questo:

La psichiatra Donatella Marazziti era stata condannata per lesioni colpose per aver somministrato – senza la firma del consenso informato da parte dei genitori – uno psicofarmaco antiepilettico per curare l’obesità di una bambina, sfruttando un effetto collaterale della molecola (la riduzione di peso) senza prestare attenzione all’insorgenza di altri effetti avversi del farmaco.
L’ordine dei Medici di Pistoia – nonostante la condanna della Cassazione – l’assolve all’unanimità. (Dott. Bagnoni): “L’abbiamo assolta a titolo di provocazione: per noi non ha commesso nulla di eticamente censurabile, questo caso è tutta una montatura”.

Pistoia – “Madre coraggio” – come il settimanale “Gente” aveva ribattezzato Antonella Triolo, la mamma che aveva denunciato la psichiatra Donatella Marazziti per aver leso gravemente la salute della sua bambina la cui obesità era stata trattata con psicofarmaci somministrati fino a 10 volte più della dose massima consentita, senza che la famiglia conoscesse i potenziali effetti collaterali della terapia – considerava chiusa la lunga vicenda giudiziaria, con la condanna del medico in Cassazione. Ma una doccia fredda è arrivata ieri via posta dall’Ordine dei Medici di Pistoia, che – nonostante le condanne in tutti e tre i gradi di giudizio – ha ritenuto “di assolvere all’unanimità la Dottoressa Marazziti Donatella da ogni procedimento disciplinare”, come recita la lettera dell’Ordine a firma del Presidente dott. Egidio Battistoni datata 14/02/09.

“È assurdo ed inaccettabile – ha commentato Antonella Triolo – che i Giudici condannino un medico che al di la di ogni ragionevole dubbio ha sbagliato, e l’Ordine dei Medici, in disprezzo della magistratura, la assolva all’unanimità. Questa è la classica arrogante ‘baronia’ italiana, sono sdegnata: si coprono tra di loro garantendosi impunità, proprio l’Ordine che dovrebbe invece vigilare. Quando è diventata pubblica la condanna alla Marazziti, l’Ordine non ha inviato nemmeno una lettera di richiamo a questa dottoressa: allora a che cosa servono? è un oltraggio a mia figlia, alla verità dei fatti ed alle stesse sentenze dei Giudici. Ma non finisce qui”.

La sentenza di Cassazione – confermando sul punto i precedenti gradi di giudizio – aveva stabilito la sussistenza delle lesioni colpose, definendo il caso Marazziti “quasi di scuola in termini di negligenza professionale, laddove il medico, pur avvertito degli effetti indesiderati del farmaco somministrato, invece di sottoporre ad attenta verifica la prescrizione provveda con superficialità e disattenzione ad aumentarla ed addirittura a raddoppiarla senza sottoporre a nuova visita la paziente”.

La Suprema Corte aveva poi confermato la condanna al risarcimento dei danni, archiviando però il reato penale in quanto ‘prescritto’ nelle more del giudizio. Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Pistoia dott. Egidio Bagnoni, raggiunto telefonicamente, ha invece così commentato la vicenda:
“Noi abbiamo deciso provocatoriamente di assolvere all’unanimità la dott. sa Marazziti perché questo ‘cosiddetto’ danno che la Magistratura ha sanzionato è più che altro frutto di una montatura.

Noi non possiamo e non vogliamo valutare il lavoro dei giudici, perché ci limitiamo a difendere l’autonomia della classe medica ed a fare valutazioni di tipo etico: quel che è certo è che la dottoressa Marazziti è un’esperta, e quella bambina aveva un grave problema di obesità e non rispondeva ad altre terapie. Quindi ben venga il tentativo della dottoressa di cercare di risolvere il problema con un farmaco psicoattivo che la Marazziti stessa aveva già sperimentato ad alti dosaggi nella sua clinica.

Non aveva raccolto il consenso informato scritto? Pazienza, fatto sta che la famiglia era ben al corrente di cosa si stava facendo. E se in sentenza si sostiene che la dottoressa aveva detto alla mamma di aumentare la dose nel corso di colloqui telefonici, senza visitare nuovamente la bambina, sarà anche vero, ma fatto sta che è stata la mamma stessa a decidere di cambiare specialista: cosa sarebbe successo se avesse continuato a seguire i consigli della dott. sa Marazziti portandola nuovamente in visita?”.

Ha commentato il caso Luca Poma, giornalista e Portavoce nazionale del comitato per la farmacovigilanza pediatrica “Giù le Mani dai Bambini®”: “Un classico caso di presa di posizione corporativa: questo medico è colpevole per la Magistratura, ma per l’Ordine dei Medici è come se non fosse successo nulla. Assolvono a loro dire ‘provocatoriamente’ l’imputata, ma questa famiglia rovinata, questa bambina malata, invece di ‘provocazioni’ avrebbe forse avuto bisogno anche dall’Ordine del Medici di definitiva giustizia.

Fonte:

  • www.giulemanidaibambini.org

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