Vecchia a 35 anni

Al giorno d’oggi la donna fa il primo figlio dopo i 30 anni, alcune
volte anche oltre i 40, per motivi di lavoro, perché c’è prima il desiderio di sposarsi o realizzarsi e poi diventa più complicato tanto che sempre più spesso si ricorre alla tecnologia per l’inseminazione artificiale, ovodonazione, ecc…

La società e la medicina penalizzano le donne considerate “vecchie” per avere figli. Queste donne sono considerate ad alto rischio gestazionale.

Esistono delle linee guida per giudicare se una donna è a basso rischio:

  • Avere 22-24 anni

  • Avere Rh positivo
  • Non dovrebbe avere alcun precedente caso di aborto
  • Dovrebbe avere un normale esito del Pap-test
  • Non dovrebbe avere malattie infantili oltre al morbillo
  • Dovrebbe aver avuto un altro figlio sano e nato di peso “normale” negli ultimi tre anni.

È naturale che rientrare in un tale standard è piuttosto complicato. Ogni elemento in meno aumenta il livello di rischio. Se poi l’età è 35 e oltre allora questa donna è considerata ginecologicamente vecchia anche se sana e in piena forma. Per questo motivo lei sarà soggetta a tutta una serie di test, maggiori precauzioni e più screening anche durante il travaglio e il parto.

Mi capita sempre più spesso di incontrare future mamme preoccupate e spaventate da tutti i numeri che vengono forniti negli esami durante la gravidanza. Sono convinta che tutto dipenda dal fatto che questi numeri non vengono discussi e spiegati dai loro medici. Altre volte i medici “sparano delle bombe” e, privi di tatto, lasciano questi genitori a bocca aperta senza dire altro.

Barbara Harper, nel suo libro Gentle Birth Choices la vede in questo modo:

Un esame medico potrebbe essere letto in questo modo: primipara in tarda età senza apparenti complicazioni o anormalità. Alto richio. Si raccomanda amniocentesi. Oggi le donne che sono troppo vecchie, troppo giovani, troppo grasse, troppo povere, che hanno avuto troppe gravidanze o che non ne hanno avuta nessuna, sono tutte considerate ad alto rischio. Tutti viviamo nel rischio di malattie, incidenti d’auto, ecc…

Il modello medico associato alla gravidanza si preoccupa semplicemente di stabilire le possibilità di complicazioni. Capisco che tutti gli esami che vengono eseguiti possono farci pensare che siamo seguite, che il nostro bambino è al sicuro, ma a quale costo? Non è forse meglio sapere il minimo indispensabile?

In Norvegia per esempio viene eseguita una solo ecografia in tutta la gravidanza, non si fa la translucenza nucale, viene calcolata la crescita del bambino misurando la crescita della pancia (in caso di dubbio non ci sono problemi ad eseguire altre ecografie), non si eseguono esami interni se non sussiste una reale necessità.

Voi cosa ne pensate?

Fonte: Harper, Barbara. Gentle Birth Choices. Healing Arts Press.

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Chi sono?

Per motivi di lavoro abbiamo viaggiato in Australia e in Norvegia dove attualmente viviamo. Rispetto allo stile di vita italiano abbiamo più tempo per i figli e siamo molto più sereni e rilassati anche se non abbiamo le nostre famiglie vicine e non viviamo negli agi.

Viaggiando e stando a contatto con altre culture diverse dalla nostra, ho imparato molto, prima di tutto il gioire delle piccole cose che la vita ti regala. Attraverso questo sito desidero essere utile in qualche modo, magari anche solo trasmettendo un po' di serenità.