Perché il periodo dalla nascita ai tre anni è così critico per la salute del vostro bambino


 

Quando aspettiamo il nostro primo figlio abbiamo un’idea a volte un po’ confusa di quello che veramente vogliamo. Creiamo un piano di parto che poi rimane nel cassetto, ci prepariamo per un parto naturale e finiamo con un taglio cesareo, vogliamo allattare a richiesta e anche l’allattamento risulta più difficile di come ce lo raccontano, programmiamo lo skin-to-skin e ti portano via il bambino e quasi quasi non lo abbiamo nemmeno visto perché lo devono lavare, misurare, vestire, ecc….

Come ci si può sentire!? Ci si sente di aver completamente fallito!

Che ne pensate? Per me è stato un po’ così, solo che me ne sono resa conto solo dopo. All’inizio ero troppo presa nel barcamenarmi tra gli eventi della quotidianità. Mi avevano detto che ero stata “bravissima”, in realtà non mi sentivo proprio così perché non era andata come volevo, anche se non avevo avuto un cesareo.

Quando ebbi il mio secondo figlio tutto (o molto) mi è stato più chiaro. Questa seconda volta le cose sono andate in modo completamente diverso principalmente perché avevo accumulato nel frattempo un po’ più di conoscenza ed esperienza e poi perché ho trovato il giusto supporto al centro nascita dove ho partorito.

Attraverso il film Microbirth mi si è aperto un mondo! Ho deciso di cofinanziare questo film documentario perché l’istinto mi suggeriva essere una buona cosa. Lo è stato infatti!

In questo film ci sono informazioni importantissime che ogni donna in attesa, medico, educatore o assistente alla nascita dovrebbe conoscere. Nel film viene evidenziata l’importanza di sviluppare un sano e completo microbioma alla nascita per evitare malattie autoimmuni in età adulta; sì perché il sistema immunitario anche nella sua vita adulta è influenzato dalla qualità del microbioma alla nascita.

Ci sono tre fondamentali step per un microbioma sano:

  1. La nascita attraverso il canale vaginale
  2. Lo skin-to-skin
  3. L’allattamento al seno

Anche se nel neonato la formazione di batteri inizia già all’interno della placenta, una delle parti più importanti è rappresentata dal parto vaginale, da cui il neonato riceve il corredo materno. In assenza di questo step, quindi attraverso un parto cesareo, viene a mancare una buona parte dei batteri e questo vuoto potrebbe essere riempito da batteri poco familiari e amici con conseguenze che possiamo immaginare. Uno squilibrio nel microbioma intestinale è stato collegato, in qualche modo, a un elenco sempre crescente delle condizioni di salute: allergie, asma, diabete, obesità, disturbi intestinali, alcuni tipi di cancro e anche in condizioni come l’Alzheimer, il Parkinson e l’autismo.

La dottoressa Maria Gloria Dominguez Bello, professore associato alla New York University, sta studiando e facendo ricerche sull’utilizzo di un tampone da utilizzare in caso di cesareo. Si tratta di prendere un tampone dalla vagina della madre, prima del taglio cesareo e da passare poi sul volto del neonato una volta che il bambino è nato. Questo è sicuramente una prima idea da mettere nel proprio piano nascita come eventualità. L’idea del tampone non è in realtà così nuovo. Nel febbraio 2015 sono stata ad un seminario con Michel Odent e parlando del film, che conosceva molto bene visto che ha presenziato a diversi screening in pochi giorni, un po’ divertito mi ha raccontato di quando 20 anni prima era stato in Norvegia a promuovere questa tecnica e naturalmente i tempi non erano ancora maturi.

Non tutto è perduto! Sembra che l’utilizzo del probiotico aiuti a riequilibrare il microbioma intestinale e sembra anche che ci sia un tempo che va dalla nascita fino ai 2 o anche 3 anni di vita del bambino di tempo per migliorare l’esposizione ai batteri.

C’è anche molto da ricercare e scoprire ma quello che si è scoperto fin’ora non dovrebbe essere messo in un angolo ma diffuso il più possibile: per la salute di tutti e in particolare dei nostri figli!

 

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Per motivi di lavoro abbiamo viaggiato in Australia e in Norvegia dove attualmente viviamo. Rispetto allo stile di vita italiano abbiamo più tempo per i figli e siamo molto più sereni e rilassati anche se non abbiamo le nostre famiglie vicine e non viviamo negli agi.

Viaggiando e stando a contatto con altre culture diverse dalla nostra, ho imparato molto, prima di tutto il gioire delle piccole cose che la vita ti regala. Attraverso questo sito desidero essere utile in qualche modo, magari anche solo trasmettendo un po' di serenità.