Prevenire il tumore alla cervice con il Pap-test

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Il tumore alla cervice, detto anche cancro al collo dell’utero, è si un tumore molto diffuso ma, secondo i dati dell’European Cancer Observatory, in Italia l’incidenza di questo tumore si è dimezzata a partire dagli anni ’80 grazie all’introduzione del Pap-test.

Tutt’ora il Pap-test, insieme a regolari controlli ginecologici, risulta essere il migliore mezzo a nostra disposizione per la prevenzione di questo tumore perchè il carcinoma si sviluppa molto lentamente ed il test consente di identificare le cellule atipiche prima che il tumore sia troppo avanzato.

In pratica si tratta di prelevare una piccola quantità di cellule del collo dell’utero tramite una spatola o tampone, è un esame indolore e veloce.

Dovrebbe essere eseguito da tutte le donne a partire dal primo rapporto sessuale fino a 60-65 anni e ripetuto ogni 3 anni.
Negli USA, ma qualcuno lo fa anche in Italia, si usa eseguire il test ogni anno, ma in realtà non sarebbe necessario.

Funziona così:

dopo avere ottenuto un risultato di normalità in due esami consecutivamente ad un anno di distanza l’uno dall’altro si può eseguire il test ogni tre anni. Nelle donne a rischio i controlli sono annuali.

Il Pap-test dovrà quindi essere fatto per le donne sessualmente attive. Se, per queste, il primo esame risulta negativo, lo ripetono dopo un anno e, se anche questo secondo esame è negativo, ripetono l’accertamento ogni 1-3 anni; le donne di età superiore ai 60 anni non ripetono l’esame se questo è stato negativo in due strisci consecutivi, poichè questo cancro è molto raro nella post-menopausa avanzata.

Le donne a rischio sono quelle che hanno contratto l’infezione genitale da Papillomavirus (Hpv), un’infezione sessualmente trasmissibile. Si trasmette tramite il contatto con superficie infette, non solo attraverso un rapporto sessuale completo. Nella grande maggioranza dei casi l’infezione scompare spontaneamente senza sintomi nel giro di pochi mesi.

Solo in caso che l’Hpv persista nel tempo è possibile, in una minoranza dei casi e nel corso di parecchi anni, lo sviluppo di un tumore maligno del collo uterino.

Per quanto riguarda il vaccino, ancora non ci sono molte certezze, sia che veramente riducano l’incidenza dei tumori, sia sulla durata della copertura e, anche se fosse la giusta soluzione, il Pap-test andrebbe sempre e comunque fatto perchè il vaccino non offre protezione per tutti i tipi di virus al collo dell’utero. Per sapere se il vaccino veramente funziona dovremo aspettare almeno 30 anni.


Fonti:

  • Aldo Zangara, “Medicina preventiva e riabilitativa”, Piccin Nuova Libraria, 1996
  • www.altroconsumo.it

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