Varicella

Generalmente la varicella si fa vedere nel periodo corrispondente alla fine dell’anno scolastico, ma in questo caso, a Oslo, l’epidemia è scattata a fine settembre e, come è naturale che sia, anche i miei bambini se la sono presa e passata l’uno con l’altro purtroppo annullando i festeggiamenti del quinto compleanno di Andrea. Anche se dispiace, poco male, la festa sarà rimandata e la varicella, come le altre malattie esantematiche è preferibile averla da bambini così da evitare complicazioni.

Cos’è e come si trasmette?

Si tratta di una malattia esantematica tipica dell’infanzia provocata da un virus (varicella-zoster, VZV o Herpesvirus umano 3). È altamente contagiosa tanto che è quasi impossibile non rimanerne contagiati. Il contagio avviene attraverso goccioline di saliva disperse nell’aria e il contatto con le eruzioni cutanee. Chi contrae la malattia è contagioso già 2-3 giorni prima della comparsa dei primi puntini rossi. A volte possono esserci segnali di malessere alcuni giorni prima, quali febbre tosse e naso che cola, si potrebbe pensare a sintomi inflenzali. Le zone più a rischio contagio sono i luoghi dove soggiornano più persone come asili, scuole e famiglia.

Avvenuto il contagio, si attraversa una fase di incubazione che va dalle 2 alle 3 settimane.

Qual’è il decorso della malattia e come identificarla

Non è uguale per tutti, per alcuni si presenta in forma più leggera con poche “bollicine” mentre per altri la situazione si presenta più difficile con una incredibile quantità di pustole dolorose e sintomi simil-influenzali quali febbre, mal di testa, mal di pancia, perdita di appetito e nausea.

All’inizio si presenta con 1-2 puntini rossi come un semplice rash cutaneo. Successivamente si trasformano in bollicine piene di liquido infetto ed iniziano a diffondersi in tutto il corpo concentrandosi nella zona genitale, vicino la bocca, il collo e la testa. Infatti possiamo essere certi che si tratta di varicella nel momento in cui le pustole si presentano sotto il cuoio capelluto. La bolla poi si scoppierà lasciando una piaghetta molto dolorosa e pruriginosa che piano a piano andrà a fare una crosticina. La comparsa di bollicine continuerà per 3-4 giorni tant’è che potremmo trovarci di fronte ad una situazione in cui ci siano bollicine piene di liquido insieme ad altre già in fase di asciugatura, come potete vedere dalla foto.

Sebbene la varicella si diffonda in tutto il corpo ci sono zone che vengono preferibilmente colpite e una di queste è la congiuntiva.
L’occhio appare molto arrossato e va trattato con un’applicazione, sulla fessura che delinea la chiusura delle due palpebre (rima palpebrale), di ZOVIRAX (Aciclovir). Si tratta di una pomata oftalmica che va applicata 4 volte al di per 5 giorni, soprattutto per prevenire le cicatrici corneali che se si localizzassero sulla pupilla sarebbero molto fastidiose. La terapia locale di solito è sufficiente, ma se osservate che l’arrossamento non diminuisce nell’arco di 24-48 ore è consigliato un controllo medico.

In tutto la fase di isolamento che va dalla comparsa dei primi puntini rossi alla crosticina, durerà circa una settimana o due nei casi più gravi. Nel momento in cui le pustole faranno tutte una crosticina bella asciutta si può ritornare a scuola o in asilo. Anche se il bambino non sarà più contagioso già a partire dal quinto giorno è preferibile aspettare almeno 7 giorni dopo la guarigione completa poiché il suo sistema immunitario ora è debole e rischierebbe di ammalarsi di qualcos’altro.

C’è un trattamento medico?

Non è necessaria alcuna terapia medica ma è possibile abassare la febbre con paracetamolo (evitare altri antipiretici che possono provocare complicazioni) e alleviare il prurito con antistaminici. Affinché abbiano effetto però gli antistaminici devono essere assunti entro le prime 24 ore dalla comparsa del rash cutaneo. Gli antibiotici invece vanno evitati perché, trattandosi di una malattia virale, non sortirebbe alcun effetto.

Il medico va contattato per identificare con certezza che si tratta di varicella e nel caso in cui il bambino abbia meno di 4 settimane di vita. Nei piccolissimi la varicella potrebbe provocare complicazioni anche pericolose.

Cosa possiamo fare a casa?

Possiamo alleviare il prurito anche con metodi casalinghi. In molti consigliano bagni all’avena con acqua non troppo calda, ma io per esempio ho usato l’amido che comunque aiuta la guarigione, oppure doccette frequenti, asciugando bene bene la pelle tamponando con un asciugamano senza strofinare e applicare del talco (possibilmente mentolato all’1%) per alleviare il prurito. Alcuni consigliano anche della crema alla calendula la quale, va bene se non se ne abusa perché ricordimoci che le pustole devono asciugare e se le manteniamo umide possiamo peggiorare la situazione. Far indossare al bambino abiti di cotone e tenere unghie corte e pulite.

Prevenzione

Naturalmente l’unica forma di prevenzione è data dalla vaccinazione che però non è ancora disponibile per tutti in tutte le regioni italiane. Un eccezione la fanno i bambini immunodepressi o gli adolescenti con anamnesi negativa per varicella, per i quali il vaccino viene raccomandato.

Nei bambini vaccinati, c’è sempre una piccola possibilità che la malattia si presenti, ma se accade, lo fa in forma leggera tanto che a volte risulta difficile farne una diagnosi. Nonostante tutto, anche se in forma così leggera rimane comunque contagiosa.

Fuoco di S.Antonio

Una volta entrati in contatto con il virus della varicella, il virus rimane dormiente all’interno di cellule nervose per il resto della vita e si può ripresentare in un adulto su 10. Quando si ripresenta lo fa attraverso delle vescicole localizzate generalmete su torace o addome e prende il nome di fuoco di S.Antonio o herpes-Zoster. È contagioso come lo è la varicella e si presenta in situazioni di forte stress psico-fisico o di immunodeficienza.

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