Conferenza Nazionale PD del welfare

Nelle giornate del 27 e 28 novembre a Roma si è svolta la Conferenza Nazionale del welfare organizzata dal PD, a cui hanno partecipato Pierluigi Bersani, Enrico Letta e Walter Veltroni.

Il welfare, come dice il termine (tradotto letteralmente dall’inglese significa stato di benessere), è un sistema di norme con il quale lo Stato cerca di eliminare le diseguaglianze sociali ed economiche fra i cittadini, aiutando in particolar modo i ceti meno abbienti.

Si è quindi discusso sull’attuale situazione economica italiana e si sono fatte proposte per trovare una soluzione. Si è parlato anche di tasso di natalità, che in Italia è veramente molto basso ed è un punto fondamentale per la ricrescita.

Riporto qui l’intervento di Letta su questo argomento:

“È fin troppo chiaro che il Paese ha bisogno di politiche forti per rilanciare la buona occupazione e contrastare la precarietà del lavoro, di interventi per l’integrazione sociale, per la famiglia, per la casa.

L’attuale composizione della spesa sociale, però, non lo consente. Il sistema italiano del welfare non funziona – e vengo qui al secondo motivo per cui il PD vuole rilanciare la sfida del cambiamento – perché è profondamente squilibrato, schiacciato su due sole voci di spesa, le pensioni e la sanità, che letteralmente divorano le risorse per le politiche sociali, per l’assistenza dei non autosufficienti, per il miglioramento dei servizi di cura.

Anche in questo caso le cifre parlano chiaro. – ha sottolineato Letta – Pensioni e sanità occupano insieme oltre l’87% del totale della spesa pubblica. Non succede in nessun altro Paese del mondo. Alle restanti voci di spesa va molto poco. O meglio briciole: 4,4% alle politiche per la famiglia, solo il 2% per quelle contro la disoccupazione e addirittura lo 0,3% – percentuale più bassa dell’intera Europa a Ventisette – per le politiche abitative e contro l’esclusione sociale.

Se pensiamo agli effetti di lungo termine che avranno l’invecchiamento progressivo della popolazione italiana e l’incremento della spesa sanitaria, inevitabile per via dell’aumento della speranza di vita, ci rendiamo conto che questo modello di welfare è destinato ad esaurirsi. Come possiamo, infatti, immaginare di contrastare il crollo del tasso di natalità a costi zero, senza cioè un serio investimento nella politiche per la famiglia In che modo saremo in grado di promuovere l’integrazione degli immigrati nella nostra comunità se continueremo a destinare alle misure contro l’esclusione sociale nelle grandi aree urbane meno dello 0,1% del Pil?

E ancora: in una società che invecchia inesorabilmente, più che nel resto del mondo, come si può andare avanti senza ripensare le politiche per i non autosufficienti?

Nel 2050 un italiano su sette – circa il 15% della popolazione – avrà più di ottant’anni. Tra questi uno su quattro sarà non autosufficiente. Già oggi la spesa per assistere un non autosufficiente grava sul sistema per circa 18.000 euro all’anno. Più di un terzo lo pagano le famiglie. Famiglie che spesso sono monoreddito perché soprattutto alle donne viene delegata la funzione di supporto ad anziani e non autosufficienti. Con il risultato che queste stesse donne non possono lavorare, il reddito familiare rimane inevitabilmente basso e in tempi di crisi, o di recessione, avere cura di un anziano o di un disabile può significare scivolare vicino o addirittura sotto la soglia di povertà. Sarà necessario, quindi, recuperare ulteriori risorse, battendo anche sul tasto della flessibilità e della volontarietà del momento di uscita dal mercato del lavoro.”

Insomma, abbiamo bisogno di più bambini o no!?

Il problema c’è, è evidente, ma come lo risolviamo? Ci sono tante domande, anche troppe, ma la soluzione?
Sull’articolo che ho riportato tempo fa, abbiamo bisogno di più bambini, forse c’è qualche proposta che per i nostri politici potrebbe essere presa in considerazione?

Politici!!! SVEGLIATEVI!!! I giovani che possono farlo se ne vanno a fare figli dove i bambini non vengono calpestati!!!

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Viaggiando e stando a contatto con altre culture diverse dalla nostra, ho imparato molto, prima di tutto il gioire delle piccole cose che la vita ti regala. Attraverso questo sito desidero essere utile in qualche modo, magari anche solo trasmettendo un po' di serenità.