Analgesia epidurale in travaglio

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L’anestesia epidurale è in forte aumento soprattutto nel nostro paese. Purtroppo non è tutto oro quello che luccica. Si parla molto di epidurale, ma sempre troppo poco.

Oltre al fatto che toglie il dolore del parto tramite la somministrazione di farmaci oppiacei nello spazio epidurale della colonna vertebrale e quindi la madre mantiene uno stato di totale coscienza, cosa si sa di questa tecnica?

Dal sito www.mipaonline.com:

Analgesia perdurale – abstract relazione Dr. Wagner, neonatologo, epidemiologo, Direttore Regione Europa “Dipartimento Materno Infantile Organizzazione Mondiale Sanità”.

Prove scientifiche dimostrano che i dolori del travaglio aumentano in modo significativo a causa di:

  • un travaglio in un luogo sconosciuto con attorno persone sconosciute che seguono delle pratiche sconosciute;

  • l’essere lasciate sole durante il travaglio;
  • subire la rottura artificiale delle membrane;
  • essere sottoposte ad induzione e augmentation con farmaci

Così la donna entra in ospedale già in travaglio, è sottoposta a un numero di cose che le aumentano il dolore, si sente offrire l’epidurale e come risultato finisce per sentirsi profondamente grata verso il personale che le ha tolto il dolore, dolore principalmente causato dal personale
stesso.

Il dolore è un elemento essenziale del travaglio fisiologico poichè stimola il cervello a rilasciare gli ormoni che a loro volta stimolano l’utero secondo un delicato processo di feedback. Con il blocco epidurale questo processo viene interrotto ed il travaglio fisiologico viene rallentato o fermato.

E non si può nemmeno dire che l’epidurale sia sicura!
Oltre ai casi di parziale o totale inefficacia della procedura,
li conoscete i rischi per la madre e per il bambino?

  • Bradicardia fetale (rallentamento della frequenza cardiaca fetale).
  • Riduzione della forza contrattile uterina (temporanea e non).
  • Difficoltosa discesa del corpo fetale nel canale del parto.

Di conseguenza:

  • Si dovrà aumentare la stimolazione dell’utero con farmaci come l’ossitocina.

  • Aumentano le probabilità dell’utilizzo di ventosa e forcipe di ben 4 volte.
  • Si raddoppiano le probabilità di un cesareo (pensate che l’OMS raccomanda che il tasso dei cesarei sia dal 10% ad un massimo del 15%, mentre in Italia siamo al 38%)

Rischi per la madre, meno frequenti:

  • Rischio di morte triplicato.

  • Rara probabilità di danno neurologico.
  • Paralisi temporanea.

e più frequenti:

  • Ipotensione materna (abbassamento della pressione sanguigna materna).

  • Cefalea. Può durare da alcune ore ad alcuni giorni e necessita di riposo a letto con eventuale terapia farmacologia (quindi si perderà i primi giorni di gioia con il suo bambino).
  • Reazioni allergiche ai farmaci utilizzati.
  • Febbre alta 38°-40°C.
  • Ritenzione urinaria.
  • Probabilità del 30% o 40% di soffrire di mal di schiena gravi che persistono ancora dopo un anno nel 20% dei casi.
  • La seconda fase del parto si allunga notevolmente.
  • Aumentano le crisi depressive del post-partum.
  • Si riducono le percentuali delle madri che allattano.
  • Maggiori difficoltà nelle relazioni dell’epoca infantile (perchè non si è instaurato subito il legame madre-bambino).

Rischi per il bambino:

  • Rischio dall’8% al 12% che l’ipotensione
    materna causi una riduzione del flusso del sangue placentare che può portare a una grave ipossia fetale (carenza di ossigeno che può portare a danni cerebrali o peggio, alla morte).

  • Disfunzioni neurologiche minori nei bambini le cui madri hanno avuto un’epidurale.
  • Sofferenza respiratoria e il parto prematuro, ambedue cause principali di mortalità neonatale.

Purtroppo pare che la donna sia incoraggiata a scegliere l’epidurale proprio dal personale medico. Pensate che alcune ricerche hanno dimostrano addirittura che i medici ostetrici preferiscono l’epidurale perchè rende le donne più remissive.

Senza contare che un uso frequente dell’epidurale nei parti fisiologici ha creato una nuova specializzazione, l’”anestesiologia ostetrica“.

Non è che si tratta solo di una fonte di lucro?

Per un dolore più sopportabile è importante trovare la giusta posizione, questo permetterà inoltre di ridurre i tempi del travaglio ed evitare un cesareo.

Il parto in acqua aiuta veramente tantissimo a ridurre il dolore (secondo me che l’ho provato anche un 50% in meno).

Per altre informazioni potete anche vedere www.epidurale.it.

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8 comments on “Analgesia epidurale in travaglio

  • antonietta

    Corre voce che si scelga il parto cesareo per  conservare i fianchi stretti… Pare che lo facciano le donne dello spettacolo e abbiano “contagiato” anche le persone “normali”. Forse c’è un colpevole silenzio su questo tragico aspetto della immaturità delle donne che danno eccessiva oserei dire maniacale  attenzione  all’aspetto fisico  del corpo piuttosto che al percorso mentale di maturazione e presa di coscienza diretta della maternità attraverso  il “dolore” del parto!

  • cosimo@streppone.it

    Sono completamente d’accordo con l’esigenza di informare correttamente sull’epidurale. Molte donne la considerano come una facile via di “fuga” dall’esperienza naturale del parto.

    Per quanto riguarda il parto in acqua, sono anche qui d’accordo, ma dipende se si tratta del primo o dei successivi…

  • antonietta

    Credo di dover puntualizzare che nel primo commento facevo riferimento alla scelta del cesario come metodo antidolorifico  preferita degli ultimi anni piuttosto che alla scelta della puntura epidurale che era preferita negli anni tra il ’90 e i primi anni del 2000 ( per le fonti basta andare a vedere sul sito del ministero della salute e fare un giro sui  blog  che trattano questi argomenti). A Cosimo chiedo: si riferisce alla nascita del primo bambino o il primo parto in acqua?!

  • tiz

    Ciao! Ho partorito due volte in acqua, a casa. Scelta dovuta al puro terrore di lasciarmi andare nelle grinfie di perfetti sconosciuti con le siringhe pronte o, peggio, con il bisturi pronto.
    Il dolore è una voce che ti dice quando, come, cosa fare: istintivamente, senza nessuno intorno che ti rompa le scatole, si cerca di sentire meno dolore e quindi si sperimentano posizioni, atteggiamenti, pensieri che sono esattamente quelli per partorire. Io ho perfino sentito i bimbi divincolarsi nell’uscire. Prima di questo, in entrambi i momenti, li ho chiamati perché uscissero dicendo loro che li volevo (quando li ho percepiti essere qualcosa di altro da me).
    La nascita (per il bambino) e il parto (“separazione” in latino) sono momenti brevissimi (poche ore) in cui si realizzano pensieri, forze, energie, conoscenze impensabili prima.
    C’è soprattutto bisogno di CONCENTRAZIONE. L’articolo in commento è fatto proprio bene: succinto e completo. L’insopportabilità del dolore è in realtà l’insopportabilità della confusione che non ci lascia concentrare. Immaginatevi di dover fare la prova di italiano all’esame di maturità, ci riuscireste con tizi che dicono “calmati” “rilassati” “ora ti facciamo noi la prima parte e poi tu solo le conclusioni”…?
    Credo che il parto medicalizzato sia un crimine.

    • tamara

      Hai ragione Tiz, o almeno, io la penso come te. ;)
      Ho ragione di credere che il parto medicalizzato sia una condanna per l’umanità. Paroloni? Forse, staremo a vedere…
      Intanto tra non molto uscirà il film Microbirth e lì potremo trovare alcuni sputi davvero interessanti che spero facciano riflettere…

  • Elizabeth

    Ho partorito co parto indotto con fettuccia per problematiche legate alla mia allergia, che si era riacutizzata in modo serio. Per evitare di far prendere a mia figlia troppo cortisone, hanno preferito farla nascere un po’ prima. Avevo già scelto di fare l’epidurale e dopo 24 ore di travaglio, arrivata alla dilatazione necessaria (3.5cm) me l’hanno fatta. In due ore, ore in cui ho dormito e mi sono riposata, ho completato la dilatazione. Quando mi hanno visitato per verificare se avessi bisogno di una nuova dose, ero completamente appiattita e dilatata. Si sentivano i capelli della bimba. L’ostetrica mi ha lasciato scegliere come partorire e ho scelto di farlo accovacciata. Sentivo perfettamente ogni contrazione, solo che non ne percepivo il dolore. Quando arrivavano le contrazioni, spingevo e sentivo lei procedere nel canale del parto. Dopo circa 12 minuti l’ho vista uscire. E’ stato un parto meraviglioso. Libera dal dolore ho potuto concertrarmi sulla mia piccola che stava nascendo. Ovviamente non c’è stato alcun bisogno di farmaci per aumentare le contrazioni, dopo lìepidurale, e nemmeno una discesa difficoltosa nel canale del parto. Nè Margaret né io abbiamo avuto complicanze di nessun genere. Chiaramente non si è allungata la seconda fase del parto, anzi… La bimba è stata subito bene, non ha avuto problemi di battito cardiaco lento, né di ipossia. Lo sviluppo motorio è circa due mesi in anticipo rispetto all’età anagrafica, di 3 mesi rispetto a quella corretta: a 5 mesi di età anagrafica striscia e si tira seduta da sola, rimane seduta per parecchi minuti, prova a stare in piedi e a camminare, guidata… Io non ho avuto ritenzione urinaria (dopo il parto ero completamente disidratata perché, come sempre quando sono in tensione, avevo rifiutato di bere, per cui la prima pipì l’ho fatta 5-6 ore dopo il parto, dopo che mi avevano fatto soluzione fisiologica e avevo finalmente bevuto), non ho avuto problemi neurologici, mal di testa o mal di schiena. Depressione post-partum non so nemmeno che cosa significhi. Margaret è rimasta in terapia intensiva 24 ore (nata prematura, per sicurezza…) ma io sono stata quasi sempre con lei sul mio petto. L’ho allattata da subito (anche se all’inizio ho dovuto arrendermi alla giunta, perché lei non riusciva a prendere peso… ma poi abbiamo visto le mie carte e io facevo lo stesso, quindi la pediatra ci ha dato l’ok e da allora l’allatto in modo esclusivo) e penso di continuare a farlo per almeno ancora due anni…Lei è fantastica con le persone. Inizia già a fare differenze tra le persone che conosce e quelle che non conosce. Molto socievole con le prime, con le seconde è più prudente.

    Io consiglio l’epidurale a tutte e se mai avrò la fortuna di avere un secondo figlio (Margaret è nata grazie alla FIVET e non è detto che riuscirò di nuovo), rifarò tutto nello stesso modo (ecco, magari evitando l’induzione per allergia, se riesco).

    • tamara

      Ciao Elizabeth, mi fa molto piacere leggere il tuo racconto di parto. Bellissimo! Sono molto felice per te e la tua bambina! Ogni donna dovrebbe vivere l’esperienza di parto che più desidera e vivere questo momento nel migliore dei modi.
      Ognuna di noi prende la decisione con cui si sente più a suo agio e con consapevolezza. Ritengo quindi fondamentale, per fare una scelta consapevole, informare anche sui possibili e probabili rischi legati all’epidurale.
      Buon anno!

  • Silvia

    Elizabeth il fatto che tu abbia avuto un bel parto con esito positivo non azzera il fatto che l’epidurale abbia dei rischi. Rischi in cui non sei incorsa. Portare esperienze positive non azzera le possibili esperienze negative. Cioè su un percorso ad ostacoli …se potessi evitarli sapendo che su uno potrei cadere…non scegliere di evitarli?

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