Emissioni elettromagnetiche e cellulari

Ecco un argomento serio, quello delle emissioni elettromagnetiche. Finché non capita a chi ti sta vicino non ci stai a pensare. Ora noi spegnamo il cellulare ed il wifi tutte le sere.

Quello che segue è il testo in versione integrale tratto dalla trasmissione di Report del 11 maggio 2008. Ho trovato il video nel canale di you tube suddiviso in tre parti, quindi vi risparmio la lettura di questa inchiesta molto lunga ma altrettanto interessante. A breve seguiranno alcuni consigli pratici per l’uso del cellulare.

WI-FI: UN SEGNALE DALL’ALLARME

di Paul Kenyon

Testo prima parte

PAUL KENYON (fuori campo)

È la nuova alta tecnologia per la connessione a Internet. Senza fili, senza modem, solo onde radio che si trasmettono attraverso una rete di piccole antenne. Le e-mail, i siti web, i film, si diffonderanno capillarmente per i cieli. L’esplosione dell’utilizzo dei mezzi wi-fi presto diventerà inevitabile, ma c’è un problema. Le radiazioni elettromagnetiche! Uno smog invisibile! La domanda è: sta danneggiando la nostra salute?

Emettono radiazioni simili a quelle dei telefoni cellulari e delle loro antenne. Ci sono state proteste e anche a sabotaggi da parte di coloro che sono convinti che queste emissioni siano dannose. E gli studi scientifici che danno loro ragione, aumentano sempre di più. Nonostante ciò, il governo ha deciso di andare avanti. Nel 2000 sono stati prodotte e immesse sul mercato tecnologie di nuova generazione per telefoni cellulari e sono stati dati gli appalti per i ripetitori per diversi miliardi di sterline.

GORDON BROWN

Ecco da dove abbiamo preso il denaro. Abbiamo raccolto 22 miliardi da questa vendita e siamo stati anche molto generosi.

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Ma un telefono cellulare è una questione di scelta personale. Si può decidere se usarlo o meno, e se non vuoi essere colpito dalle radiazioni semplicemente non accendi il tuo telefonino. Hai tu il controllo della situazione, ecco la grande differenza.

PAUL KENYON (fuori campo)

Sir William Stewart ha un curriculum che potrebbe essere ignorato solo da un politico arrogante. È stato a Capo dei Consulenti Scientifici di Margaret Thatcher, e poi chiamato dal governo di Tony Blair nel 2000 per esaminare l’impatto sulla salute dei telefoni cellulari e delle antenne. Dopo averne studiato gli effetti per un anno, non ha potuto escludere la possibilità che causino danni alla salute.

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Prima di tutto ci potrebbero essere dei disturbi delle funzioni cognitive. Poi ci sono indizi che le radiazioni potrebbero provocare tumori. Terzo, sono state riscontate mutazioni della struttura molecolare della cellula.

PAUL KENYON (fuori campo)

La relazione con cui si è conclusa la sua indagine contiene una raffica di raccomandazioni. Allora ci chiediamo: “Possiamo lasciare che i nostri figli siano esposti alle antenne dei telefoni cellulari?

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Poiché siamo sensibili a questo problema, abbiamo consigliato che le antenne non debbano essere collocate nelle aree in cui i bambini sono più esposti, come parchi giochi e via dicendo.

PAUL KENYON (fuori campo)

Il governo sa che Sir William è preoccupato per la posizione delle antenne vicino alle scuole. Allora perché le stiamo mettendo proprio all’interno delle classi sotto forma di mini antenne wi-fi? Queste emettono lo stesso tipo di radiazioni, quindi quale potrebbe essere il loro potenziale impatto in una classe? Per scoprirlo siamo andati in una scuola di Norwich. L’obiettivo era quello di comparare il livello di radiazione di una tipica antenna dei telefoni cellulari con quella di un wi-fi che permette il funzionamento di un portatile in classe.

PAUL KENYON

Siamo circa a 100 metri dall’antenna qui.

PAUL KENYON (fuori campo)

L’uomo che sta facendo i rilevamenti è un ingegnere elettronico e si chiama Alasdair Philips. Ha fatto rilevamenti per le industrie della telefonia e ha allertato il governo.

PAUL KENYON

Quindi ci troviamo nel raggio principale, dove l’intensità del campo dovrebbe essere più alta, no?

ALASDAIR PHILIPS (Ingegnere elettronico powerwatch)

Sì, questo è il punto in cui il raggio principale dell’emissione giunge a terra, quindi praticamente il punto più intenso del segnale.

PAUL KENYON

Va bene, allora misuriamolo, Ok, e vediamo poi di confrontarlo con l’intensità del segnale wi-fi all’interno della scuola, va bene?

ALASDAIR PHILIPS (Ingegnere elettronico powerwatch)

Sì, certo.

PAUL KENYON (fuori campo)

Abbiamo scelto una scuola media con più di un migliaio di studenti. La scuola ha siglato un accordo per installare il wi-fi inizialmente in 9 delle sue classi e poi, eventualmente, alle altre. Rientra nel programma di governo per migliorare l’uso della tecnologia nelle scuole. Lo chiamano: “Il sistema magico”.

PAUL KENYON

Giusto, questo è il punto dove si siedono e sono già tutti in rete.

ALASDAIR PHILIPS (Ingegnere elettronico powerwatch)

Sì, è già collegato in rete, Sì.

ALASDAIR PHILIPS (Ingegnere elettronico powerwatch)

È quasi il triplo di quello che abbiamo rilevato per quell’antenna di telefonia mobile.

PAUL KENYON (fuori campo)

È particolarmente forte per i bambini. I loro crani sono più sottili e si stanno ancora formando. I test hanno mostrato che assorbono più radiazioni degli adulti quando utilizzano i cellulari, e con l’esplosione di antenne, telefonini, e ora il wi-fi, questa generazione come nessuna prima ci vivrà dentro dall’inizio alla fine.

PAUL KENYON

Qui è dove si troverà la testa di un bambino?

ALASDAIR PHILIPS (Ingegnere elettronico powerwatch)

Assolutamente sì, è decisamente più alta di quanto mi aspettassi. È solo sì…. non in modo continuo, ma è sicuramente così per la maggior parte della lezione se si stanno scaricando file da Internet.

PAUL KENYON (fuori campo)

Dunque abbiamo preso i primi rilevamenti all’interno di quello che è stato definito il raggio di maggiore intensità del campo generato da un’antenna di telefonia mobile. Il consiglio di Sir William Stewart al governo è che quest’intensità di campo non debba trovarsi in nessun punto delle aree della scuola, a meno che la scuola stessa e i genitori non siano d’accordo. Ma i livelli di radiazione all’interno dell’aula erano di gran lunga più alti, tre volte l’intensità dell’antenna più vicina, non in modo continuo, ma durante le fasi di download. Si tratta di risultati controversi che devono essere ripetuti e verificati.

PHILIP PARKIN (Segretario Generale Associazione degli Insegnanti)

Penso che le scuole e i genitori debbano preoccuparsi di questo. Quello che chiedo è che ci pensino bene prima di decidere se installare o meno le reti wi-fi.

PAUL KENYON (fuori campo)

Infatti circa il 70% delle nostre scuole secondarie ha già il wi-fi e quasi la metà delle nostre scuole primarie. Ne abbiamo consultate 50, e soltanto una era stata informata dei possibili effetti sulla salute. Abbiamo saputo però che genitori e insegnanti di quattro scuole hanno rispedito indietro il pacchetto del wi-fi, chiedendo perché non venisse utilizzato in classe il normale servizio cablato. In altre scuole gli insegnanti stanno lamentando disturbi fisici e li imputano proprio al sistema.

PHILIP PARKIN (Segretario Generale Associazione degli Insegnanti)

Di fatto l’invito alla cautela non è stato accolto visto che il wi-fi è stato immesso sul mercato troppo rapidamente e ormai si sta già diffondendo ovunque. è un po’ come cercare di arrestare la marea, è impossibile, sarebbe preoccupante e complicato dover dire un giorno alle scuole “ci sono gravi problemi per la salute legati a queste reti, dovete rimuoverle!”

PAUL KENYON (fuori campo)

I livelli che abbiamo rilevato in quella classe sono comunque entro i limiti di sicurezza posti dal Regno Unito, addirittura 600 volte inferiori. Il governo dice che nulla al di sotto di quei valori può creare un effetto dannoso per la salute. Allora perché scienziati di fama mondiale sono così preoccupati? Perché sospettano che proprio la soglia del limite di sicurezza possa essere sbagliata. Non c’è ancora stato alcun studio sull’esposizione a lungo termine al wi-fi, però ce ne sono stati migliaia sui telefonini e sulle antenne che emettono livelli simili di radiazioni. Questi studi includono indagini di leader mondiali nel campo. Abbiamo parlato con alcuni di loro via Internet. Dall’UNIVERSITA’ di Washington, il Professor Henry Lai, un biologo rispettato dai rappresentanti di entrambe le tesi. In più di 30 anni di ricerca questi ha rilevato effetti sulla salute per radiazioni simili a quelle del wi-fi.

PAUL KENYON

Quanti altri studi ci sono?

HENRY LAI (Università di Washington-Seattle)

Direi che ce ne sono almeno due o tre mila.

PAUL KENYON (fuori campo)

Lui ha controllato tutti gli esperimenti realizzati sui telefoni cellulari per vedere quanti di questi hanno mostrato un qualche effetto.

HENRY LAI (Università di Washington-Seattle)

Il cinquanta per cento ha rilevato effetti e l’altro 50% no.

PAUL KENYON (fuori campo)

Il Dottor Gerd Oberfeld di Salisburgo è uno scienziato governativo che chiede la rimozione del wi-fi dalle scuole austriache. Anche lui ha rilevato effetti nocivi dovuti alle onde elettromagnetiche.

Testo seconda parte

GERD OBERFELD (Ministero Sanità Pubblica – Salisburgo)

Se si osservano i dati è possibile avere una visione molto chiara. È come un puzzle e ogni pezzo si adatta perfettamente: dalle interruzioni nella catena del DNA, ai danni al DNA, fino agli studi sugli animali e alle prove epidemiologiche che mostrano per esempio un aumento dei sintomi e un aumento dell’incidenza del cancro.

PAUL KENYON (fuori campo)

E in Svezia c’è il rinomato Istituto Karolinska. Lì abbiamo incontrato il Dottor Olle Johansson. Lui ha condotto esperimenti su livelli di radiazioni inferiori a quelle del wi-fi e ha rilevato effetti negativi sull’organismo umano.

PAUL KENYON

Il governo inglese dice che non si è a conoscenza di pericoli a seguito dell’esposizione a queste onde. Ma sono informazioni accurate quelle che stanno diffondendo?

OLLE JOHANSSON (Istituto Karolinska – Svezia)

No, non credo proprio. Basta guardare la letteratura e si riscontra un alto numero di effetti dannosi, come quelli ai cromosomi: si è registrato un impatto sulla capacità di concentrazione e una diminuzione della memoria a breve termine; un aumento dell’incidenza del cancro e così via.

PAUL KENYON (fuori campo)

E nonostante questo, la versione ufficiale dice che non si è a conoscenza di effetti dannosi…

OLLE JOHANSSON (Istituto Karolinska – Svezia)

Beh devo dire che è davvero strano.

PAUL KENYON (fuori campo)

La sua ricerca quasi pionieristica lo ha portato a individuare una minoranza che sembra ammalarsi fisicamente proprio quando esposto a questo tipo di elettro-smog. Sono gli elettro-iper-sensibili.

OLLE JOHANSSON (Istituto Karolinska – Svezia)

Queste persone solitamente sentono che qualcosa non va. Io e lei non potremmo percepirlo. E la domanda è ovviamente questa: tra 25 anni svilupperemo una qualche forma di cancro o malattia neurologica? Non lo sappiamo.

PAUL KENYON (fuori campo)

Un probabile elettro-sensibile che il Professor Johansson ha incontrato, vive nel Lincolnshire vicino a un’antenna per i telefoni cellulari. Ha già partecipato a un importante studio di laboratorio.

PAUL KENYON

Può descrivere la sensazione che prova?

SILVIA WILSON

Sento calore alla testa, come un bruciore, anche sul volto. Mi viene la nausea. un malessere generale e un dolore acuto dietro alla testa.

PAUL KENYON (fuori campo)

Cosa dicono i test di laboratorio? Sono appena terminati. Hanno avuto un finanziamento indipendente e sono stati condotti dall’UNIVERSITA’ dell’Essex. I partecipanti sono stati esposti a livelli di radiazione solitamente ammessi per le antenne telefoniche. Silvia riusciva a dire quando l’antenna era funzionante o non funzionante nei due terzi dei casi. I risultati della parte restante dei partecipanti sono ancora in fase di analisi.

PAUL KENYON

Qui è proprio dove l’intensità del campo è maggiore, vero?

SILVIA WILSON

Sì, è proprio forte.

PAUL KENYON (fuori campo)

Quello che accade a Silvia ancora non è chiaro. Quello che è certo è che lei sente di aver bisogno delle schermature dei fogli di alluminio sin da quando si è trasferita in prossimità dell’antenna. Accidenti! è come stare in un enorme forno.

SILVIA WILSON

Già, è così. Perché lo schermo di alluminio può realmente fermare parte delle microonde. Le voglio mostrare cosa fa con le microonde.

PAUL KENYON

Okay. Quindi questa è l’area dove si può avvertire che c’è un segnale forte.

PAUL KENYON (fuori campo)

Il suo monitor per le radiazioni converte il segnale dell’antenna in suono.

SILVIA WILSON

Lo schermo protettivo blocca parte del segnale.

PAUL KENYON

Sì.

PAUL KENYON (fuori campo)

Se i sintomi di Silvia sono causati dalle radiazioni, tutto cambia. Ciò significa che ci può essere un effetto biologico a bassi livelli di emissione come quelli del wi-fi. Ciò ci porterebbe a buttare i nostri limiti dalla finestra e a porre un punto interrogativo sulla rivoluzione del wi-fi.

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Ciò non significa che il wi-fi conduce automaticamente alla malattia ma potrebbe. Oppure che potrebbe non esserci alcun effetto e quindi nulla di cui preoccuparsi, oppure, che queste persone potrebbero rivelarsi le cavie, i canarini umani del futuro.

PAUL KENYON (fuori campo)

Intere città del Regno Unito sono ora i punti caldi per il wi-fi, 11 in tutto, e il numero è in crescita. Liverpool, Manchester, Edimburgo, Brighton, la city di Londra. Alcuni sono gestiti dalla British telecom, altri da una compagnia chiamata The Cloud . Norwich è stata la prima cittadina della Gran Bretagna dove è stato avviato un progetto pilota finanziato dal governo per una rete wireless. Il governo era così determinato a promuovere il wi-fi che ha lanciato il servizio di Norwich in modo completamente gratuito. Si possono vedere le mini antenne, 200 in tutto, che supportano la rete e creano un centro di connettività.

Il dottor Gibson si è molto allarmato. Prima di entrare in politica è stato per quasi 40 anni biologo specializzato in oncologia. Secondo lui si sta ignorando il principio di cautela.

PAUL KENYON

Ma il governo ha preso sul serio le raccomandazioni in merito al wi-fi?

IAN GIBSON (Membro Parlamento – Norwich North)

Non credo proprio che ci siano dubbi! Anzi non ce ne sono! Il wi-fi si sta diffondendo come il fiore all’occhiello della tecnologia. È l’industria che comanda in quest’area mentre la sicurezza delle persone che dovrebbero beneficiare della tecnologia, è stata completamente messa da parte. È il “far west” dei gestori di telefonia: mettono le antenne dove vogliono e dicono che non ci sono prove. Ora, vedete, tra cinque, dieci anni ci sarà già abbastanza di cui preoccuparsi. Si potrebbe provare che il wi-fi non è per niente sicuro per certi gruppi di persone.

PAUL KENYON (fuori campo)

Ma mentre il governo va avanti, non frenato, sembra, dal suo stesso consigliere per la salute, altri sono più cauti. La Svizzera, l’Italia, la Russia, al di sotto di quelli inglesi. A Salisburgo il governo si è pronunciato assolutamente contro il wi-fi nelle scuole, mentre in Svezia sta accadendo qualcosa di particolare. Ci siamo andati insieme alla nostra elettro-sensibile Silvia. Il nostro governo non riconosce la sua malattia, ma qui in Svezia è diverso. Nei boschi svedesi c’è il rifugio di un’altra donna anche lei si chiama Silvia.

PAUL KENYON

Da quanto tempo le autorità svedesi hanno riconosciuto ufficialmente l’esistenza di questa malattia?

DONNA ANONIMA

L’hanno fatto nel 2003. Poi hanno dichiarato che si tratta di un’invalidità ufficiale.

PAUL KENYON

Una invalidità?

DONNA ANONIMA

Sì.

PAUL KENYON (fuori campo)

Il governo svedese stima che il 3% della popolazione soffre di questa malattia. Applicate queste percentuali al Regno Unito e otterrete circa 2 milioni di persone. Siamo partiti per Stoccolma, diretti all’appartamento di Silvia situato in centro. Come in Gran Bretagna, anche in Svezia sempre più persone stanno entrando in possesso della tecnologia wi-fi. Ma qui c’è una differenza sostanziale.

SILVIA SVEDESE

Allora, questo è il mio salotto, e oggi è stato qui l’imbianchino e come vedi ha iniziato a dipingere tutto di nero.

PAUL KENYON (fuori campo)

E si tratta di una pittura anti-radiazione?

SILVIA SVEDESE

Sì.

PAUL KENYON (fuori campo)

È costosa?

SILVIA SVEDESE

È molto costosa.

PAUL KENYON (fuori campo)

La pittura anti-radiazione è pagata dall’autorità locale. La protegge dalle radiazioni emesse dai wi-fi dei vicini e dalle antenne telefoniche. Dunque gli svedesi hanno a disposizione le stesse prove scientifiche ma loro riconoscono ufficialmente gli ammalati. Nelle scuole svedesi, anche se c’è solo una persona che sembra mostrare sintomi causati del wi-fi il sistema viene rimosso e l’aula viene schermata. Voi penserete che le decisioni del nostro governo si basano sulle raccomandazioni del suo numero uno nel campo scientifico, quello a cui ha affidato il compito di proteggere la nostra salute, Sir William Stewart, e invece si è rivolto prima di tutto all’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha ribadito che non ci sono effetti dannosi per la salute causati dall’esposizione nel tempo a un così basso livello di radiazioni elettromagnetiche.

PAUL KENYON

Lei che cosa ne pensa?

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Penso che dovranno rivedere le affermazioni che stanno facendo.

Testo terza parte

PAUL KENYON

Ma secondo lei, le loro dichiarazioni non sono basate su analisi scientifiche?

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Io penso che le loro riflessioni non siano accurate.

MILENA GABANELLI (in studio)

La carica del signor Stewart per il governo inglese potrebbe corrispondere a quella del presidente del nostro istituto superiore di sanità, e lui dice che bisognerebbe adottare il principio di cautela e l’organizzazione Mondiale della Sanità dovrebbe rivedere le sue dichiarazioni. Questa tecnologia che copre il 70% delle scuole inglesi è presente nel 10% delle nostre scuole dell’obbligo e nell’80% delle nostre università.

Wi-fi, cioè la connessione a internet senza fili, è orami presente dappertutto. Secondo l’OMS considerati i livelli di esposizione non c’è nessuna evidenza scientifica che i segnali prodotti dalle reti wireless possano provocare effetti nocivi per la salute, ma bisogna continuare a monitorare la situazione. Anche l’agenzia britannica per la salute che ha al suo interno uno dei gruppi di ricerca scientifica tra i più qualificati al mondo scrive sul suo sito che non ci sono evidenze di effetti dannosi, ma bisogna tenere la situazione sotto controllo. Il presidente dell’agenzia invece dichiara che le onde possono provocare effetti nocivi e prima di andare avanti in maniera massiccia nella diffusione sarebbe necessario fare studi più approfonditi. Ma chi stabilisce i limiti delle radiazioni? L’Icnirp, ovvero una commissione internazionale di scienziati incaricati dall’oms.

PAUL KENYON (fuori campo)

Ed è qui che sorge il problema, perché l’ICNIRP non riconosce alcun effetto biologico quindi basa i limiti di esposizione sull’effetto termico. In altre parole, la radiazione elettromagnetica deve essere forte a tal punto da surriscaldare gli organi interni prima di essere soggetta a limiti. Ecco perché i nostri limiti di sicurezza sono così alti.

Le pare un’azione responsabile, da parte di un governo, porre limiti in base a quanto si scaldano gli organi interni?

HENRY LAI (Università di Washington – Seattle)

Beh, penso che sia irresponsabile stabilire un limite soltanto sulla base di uno standard termico. Se lo si stabilisce solo in base a questo effetto, si trascura una lunga serie di dati.

PAUL KENYON (fuori campo)

La maggior parte dei paesi, incluso il Regno Unito, stabilisce i limiti delle radiazioni secondo le linee guida dell’ICNIRP. Potrebbero quindi sbagliarsi?

OLLE JOHANSSON (Istituto Karolinska – Svezia)

Beh speriamo di no, perché, come dice lei, i governi e quindi i paesi stessi, e intere popolazioni fanno affidamento su di loro, e spero che stiano dando un messaggio giusto e corretto.

Tuttavia, so anche che sono pesantemente influenzati dall’industria e quindi penso che il messaggio principale che lanciano è che se si è al di sotto di un certo livello termico allora è tutto a posto. E …

PAUL KENYON

E fanno bene a elaborare le loro linee guida solo in base agli effetti termici?

OLLE JOHANSSON (Istituto Karolinska – Svezia)

Oh no, no, no, è tutta spazzatura direi. Non si può fare affidamento su quelle linee guida.

PAUL KENYON (fuori campo)

E allora perché lo fanno? Sono andato a Roma per incontrare l’uomo che il nostro governo sembra preferire al suo stesso consigliere Sir William Stewart. Lo scienziato responsabile della posizione dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità, OMS, colui che ha stabilito i parametri standard del gruppo ICNIRP. È un personaggio controverso. Il Dottor Mike Repacholi oggi non lavora più per l’OMS, ma ha preso decisioni che influenzano le nostre vite.

PAUL KENYON

Quando sul sito web dell’OMS si dice che: “Non si ha notizia di effetti dannosi per la salute” si sta dando alle persone un’ informazione davvero completa?

MICHAEL REPACHOLI (Dip. Ingegneria elettronica – Università La Sapienza – Roma)

Quando è stata posta quella dichiarazione sul sito web si intendeva dire che non sono stati provati effetti sulla salute, e a questo si arriva dopo lunghe sperimentazioni in laboratorio utilizzando collaudate tecniche di studio.

PAUL KENYON

Ma Henry Lai dice che li ha trovati, ed anche Olle Johansson li ha riscontrati. Voglio dire che ci sono scienziati stimati che affermano di aver rilevato questi effetti negativi sulla salute ben al di sotto di quei livelli di radiazioni. Si sbagliano?

MICHAEL REPACHOLI (Dip. Ingegneria elettronica – Università La Sapienza – Roma)

Se hanno fatto pubblicazioni saranno state valutate insieme a tutte le altre, ogni commissione di revisione valuta tutti gli studi, insieme a tutte le altre pubblicazioni per stabilire se sono comparabili, si valuta quanti studi apportano prove in una direzione e quanti in quella opposta. E se il peso delle prove che suggeriscono che non c’è alcun effetto biologico negativo supera quello delle prove che invece lo mostrano, allora si stabilisce che non c’è alcun effetto.

PAUL KENYON (fuori campo)

Ma il punto controverso è proprio questo. Il Dottor Repacholi lavorava per la stessa industria che ha creato questa forma di radiazioni. Prima di lavorare per la OMS, è stato esperto consulente dell’industria della telefonia, che ha piazzato i ripetitori nelle posizioni più controverse.

PAUL KENYON

Crede di essere davvero indipendente come scienziato?

MICHAEL REPACHOLI (Dip. Ingegneria elettronica – Università La Sapienza – Roma)

Io so chi sono. Io dico solo quello che dice la scienza, e questa …. secondo me questa è una visione indipendente. Se la gente la vede diversamente non posso farci niente.

PAUL KENYON

Lei lavorava per l’industria prima che per il OMS per l’ICNIRP.

MICHAEL REPACHOLI (Dip. Ingegneria elettronica – Università La Sapienza – Roma)

Sì, è vero.

PAUL KENYON

E ha lavorato per loro anche dopo.

MICHAEL REPACHOLI (Dip. Ingegneria elettronica – Università La Sapienza – Roma)

Sì, e sfido chiunque a dire che ho cambiato idee per ricevere finanziamenti, che io vada all’inferno se l’ho fatto.

PAUL KENYON (fuori campo)

Quindi il nostro governo può scegliere. O seguire le raccomandazioni di scienziati come il Dr. Repacholi e della OMS, che dicono in effetti: “Diffondeteli e non bloccatene l’utilizzo finch non viene provato che c’è un rischio”. O seguire il suo stesso consigliere che dice: “Aspettate, non vi precipitate fino a che non siete certi che sia sicuro”. E fino a che non si decideranno, saranno i nostri ragazzi a fare da cavie?

PAUL KENYON

Lei permetterebbe ai suoi bambini di star seduti per ore davanti a un computer con tecnologia wi-fi quando vanno a scuola?

HENRY LAI (Università di Washington-Seattle)

E’ una domanda dura, io credo di no. Io limiterei l’esposizione a questo tipo di radiazioni.

GERD OBERFELD (Ministero Sanità Pubblica – Salisburgo)

Io raccomanderei ai genitori di dire alla scuole di rimuovere il wi-fi o altrimenti di cambiare scuola.

PAUL KENYON

Se avesse dei figli che vanno in una scuola che utilizzano la tecnologia wi-fi, si sentirebbe tranquillo, nessuna perplessità?

MICHAEL REPACHOLI (Dip. Ingegneria elettronica – Università La Sapienza – Roma)

Nessuna. Mi assicurerei che abbiano dei portatili e che possano imparare.

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Credo che ci sia bisogno di un’indagine sul wi-fi e sulle altre questioni attinenti.

PAUL KENYON

Con calma o in tempo rapidi?

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Penso che sia proprio il caso di farlo adesso.

PAUL KENYON

E se non si facesse nulla?

WILLIAM STEWART (Presidente Agenzia Tutela Salute)

Chi lo sa?

MILENA GABANELLI (in studio)

Biblioteche pubbliche del comune di Parigi hanno sospeso il segnale wifi perché il personale e gli utenti dopo l’installazione hanno accusato dolori muscolari, insonnia e vertigini. In Canada il rettore dell’Università dell’Ontario ha cablato il campus con fibre ottiche e disattivato le centraline wi-fi. In tutte le scuole di Francoforte è stato vietato per un anno, hanno cominciato a cablarne, dopodiché liberi di utilizzare un mezzo o l’altro.

E il governo Merkel ha chiesto ai tedeschi di privilegiare l’accesso via cavo, e comunque di stare esposti il meno possibile finché non se ne saprà di più. Questa è la posizione ufficiale del governo tedesco.

Qual è invece la posizione dell’Italia visto che anche noi si sta espandendo a vista d’occhio?

Secondo l’istituto superiore di sanità dice “non c’è problema, ma bisogna continuare a monitorare la situazione”. Secondo il CNR bisogna adottare il “principio di cautela” se ne sa troppo poco, e poi aggiungono visto che sono stati spesi tanti soldi per cablare le città con fibra ottica, più sicura, meno inquinante e che garantisce lo stesso servizio, perché abbandonare questo sistema per adottare poi quello via etere? È vero che sono state stabilite delle soglie, ma la somma delle fonti a cui siamo esposti aumenta : telefonino, wifi, antenne dei ripetitori, eccetera. A piccole dosi nulla fa male, c’hanno sempre raccontato così, il problema, per tutto, è sempre la quantità.

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