Separarsi… e i figli?

Come noi, soprattutto i bambini hanno bisogno di tempo per accettare i cambiamenti, quindi è consigliabile fare piccoli passi assicurando amore e protezione dai genitori e dalla famiglia (nonni, zii, cugini).

Una volta placato il conflitto tra i genitori separati (sempre se c’è), sarà anche possibile comunicare la presenza di una nuova famiglia, ma non può essere dato per scontato che sarà accettata come tale, d’altronde il nuovo compagno sarà per lui uno sconosciuto.

Le migliori separazioni sono quelli in cui i genitori, nonostante l’evidente cambiamento, mantengono inalterata la relazione con i figli mantenendo la routine di tutti i giorni.

Cercare di fare di più come portandoli giornate intere al luna park o al cinema, ecc…, presi dai sensi di colpa, non aiuta, anzi non fa che rendere tutti più stanchi aumentando il disagio.

Nel caso di bambini piccoli non è il caso di dare molte spiegazioni sulla separazione, non capirebbero, ma si potrebbe semplicemente dire che mamma e papà non vivranno più insieme ma vorranno loro sempre molto bene. Cercare di rendere la situazione il più possibile positiva cercando di far capire loro che la famiglia non si sta sfasciando ma, al contrario, allargando.

L’adattamento emotivo risulta più complicato in casi di madri divorziate che coabitano con un nuovo partner. Si potrebbero verificare alti livelli di problemi comportamentali e scarsa competenza sociale a causa di ambiguità dei confini, dei ruoli, della disciplina e confusione nelle nuove relazioni.

Anche età e sesso dei figli influiscono.

Adolescenti e preadolescenti hanno maggiori difficoltà rispetto ai bambini più piccoli. I maschi sembrano adattarsi meglio e più facilmente ad un nuovo matrimonio o relazione della madre.

I bambini non sempre riescono ad esprimersi con la parola in modo chiaro. Il loro mezzo è quindi il comportamento.

  1. Il bambino che va a scuola sarà più aggressivo nei confronti dei suoi compagni.Il gioco sarà valvola di sfogo. Spesso la rabbia viene espressa picchiando una bambola o un peluche oppure attraverso morsi, schiaffi, pizzicotti verso altri bambini.I bambini in età scolare inizieranno a porsi una precisa domanda: “A chi devo voler bene?” Loro si sentono colpevoli della separazione, anche se nessuno li ha mai colpevolizzati, e allo stesso tempo rifiutati e abbandonati.
  2. A casa il bambino potrà avere un regresso facendo di nuovo pipì a letto o un sonno agitato.Capiterà che siano più capricciosi. Le richieste possono essere dalle più banali come andare a dormire nel lettone alle più inspiegabili. In questo caso manifestano la paura dell’abbandono da parte del genitore che è rimasto con lui.

Ci sono 5 cose da evitare assolutamente:

  1. Non utilizzare il bambino/a per far recapitare parole e pensieri
    “brutti” da un genitore all’altro
    .
  2. Non fate decidere al bambino con chi andare, ad esempio: “vuoi andare in vacanza con mamma o papà?” Questi tipi di accordi vanno fatti in precedenza dai genitori.
  3. Non impedire al bambino di vedere l’altro genitore se è stato deciso che lo deve incontrare.
  4. Non fare pettegolezzi sulla eventuale nuova famiglia dell’altro genitore.
  5. Non pretendere che il bambino frequenti la eventuale “nuova famiglia”.

Ricordate che i bambini percepiscono il disagio, il malumore, le tensioni anche se non chiaramente espresse. Mamma e papà per i bambini sono figure forti che li difendono e li proteggono in ogni situazione e la difficoltà della situazione li mostra ai loro occhi più deboli e questo crea in loro confusione.

 

 

Fonti:

  • Masal Pas Bagdadi, (2001) Proprio a me doveva capitare?, FrancoAngeli
  • Giuliani, C. (1994) Crisi di coppia e separazione coniugale: effetti e forme di aiuto, pubblicazioni dell’Univesità Cattolica,
  • Attolico, L. (2008) Genitori e figli: le parole chiave, FrancoAngeli

 

One comment on “Separarsi… e i figli?

  • antonietta

    Bellissimo articolo.

    Aggiungerei una “strategia comportamentale“.

    Continuare  a fare colazione insieme la mattina e dirsi  buongiorno,  cenare insieme e darsi la buonanotte e rimboccare le coperte, saranno gesti che saranno capiti e accettati e mitigheranno l’assenza della notte.  Certo saranno sacrifici e fatica ma credo che qualche sacrificio si debba fare,  per il bene dei figli.

    Dopo un tempo ragionevole ( qualche settimana) si potrà, secondo le esigenze,  mancare qualche volta avendo cura di telefonare per non  rinunciare  all’appuntamento del buongiorno o la buonanotte, permettendo così ai bambini di abituarsi alle assenze del genitore.

    Credo che ci si debba muovere sempre in questo modo lento, così da dare loro il tempo di abituarsi alle novità con le quali dovranno confrontarsi ( un nuovo posto, una nuova compagnia, una nuova casa,)

    Rispetto, i figli vanno rispettati nei loro sentimenti se non vogliamo che siano preda di rabbia, frustrazione o malessere, facciamo in modo che non si sentano  traditi da coloro che avrebbero dovuto assicurare loro serenità e spensieratezza.

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Chi sono?

Per motivi di lavoro abbiamo viaggiato in Australia e in Norvegia dove attualmente viviamo. Rispetto allo stile di vita italiano abbiamo più tempo per i figli e siamo molto più sereni e rilassati anche se non abbiamo le nostre famiglie vicine e non viviamo negli agi.

Viaggiando e stando a contatto con altre culture diverse dalla nostra, ho imparato molto, prima di tutto il gioire delle piccole cose che la vita ti regala. Attraverso questo sito desidero essere utile in qualche modo, magari anche solo trasmettendo un po' di serenità.