Il neonato al seno

Come abbiamo già detto nell’articolo Le prime carezze, il momento migliore per iniziare l’allattamento al seno è entro i primi momenti dopo la nascita, quando la madre e il bambino sono ancora svegli. Il bambino si avvicina da solo al seno attaccandosi entro i primi 20 minuti. Se non gli viene data questa possibilità entro la prima ora dalla nascita, è molto probabile che cada in uno stato di sonnolenza profonda che può durare anche 24 ore, rendendo difficile l’allattamento.

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Alcune ricerche hanno dimostrato come l’allattamento al seno riduca la mortalità infantile. Per questo motivo l’OMS sta cercando di invertire la tendenza di utilizzare l’allattamento artificiale, iniziata negli anni ’50, a favore di quello al seno esclusivo per almeno i primi 6 mesi di vita del neonato.

La routine di molti ospedali (per fortuna non tutti) è quella di separare i neonati dalla madre per le prime cure e dare loro il glucosio in acqua. Il glucosio è risultato potenzialmente pericoloso per il neonato perché potrebbe creargli irritabilità intestinale o, peggio ancora potrebbe inalarlo nei polmoni. Senza contare che si interrompono le naturali necessità del neonato e si crea difficoltà nel proseguire nell’allattamento al seno.

Il primo latte e il colostro sono molto nutrienti e sono gli alimenti perfetti per il sostentamento della nuova vita. Il colostro è ricco di proteine e carente di grassi e carboidrati, a differenza del latte maturo. E’ inoltre ricco di antibiotici necessari a proteggere il neonato dalle infezioni. Ancora, il colostro fornisce al bambino una normale flora batterica e agisce da lassativo assicurando al bambino i movimenti intestinali necessari ad espellere il meconio, pulendo così l’intestino. Se il primo movimento intestinale ritarda di più di 24 ore il neonato è più soggetto a ittero perché il meconio potrebbe venire assorbito dall’intestino.

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Mentre il bambino succhia dal seno, il corpo della madre rilascia due ormoni (ossitocina e prolattina) che le permetteranno il recupero post-parto.

L’ossitocina provoca contrazioni dell’utero che sono importanti per evitare perdite di sangue e per stimolare l’utero a ritornare nella sua posizione originale.

La prolattina è anche chiamata ormone materno e sembra essere necessario per creare la passione della madre per il neonato. Servirà anche a inibire l’ovulazione  e per questa ragione è considerato un contraccetivo naturale. Questi ormoni insieme inoltre lavorano per stimolare la produzione di latte.

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Foto: iStockphoto

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