Il tuo bambino non è pigro!

Questa volta parliamo di scuola ed educazione. Un po’ di tempo fa una mamma mi ha scritto chiedendomi un consiglio per la figlia di 10 anni.
Mi sono presa molto a cuore l’argomento perché in fondo ci sono passata anche io da ragazza. C’erano compagne di scuola che in 10 minuti avevano studiato, fatto i compiti e sapevano tutto. Io nemmeno dopo 4 ore di studio! Che rabbia!
Diciamo che con il tempo ho trovato il mio metodo di studio ma se lo avessi scoperto prima sarebbe stato molto di aiuto.
Per questa ragione oggi voglio parlare di metodi di apprendimento e processo mnemonico. Chissà che non possa essere d’aiuto ad altri.

Manuela mi scrive questo che, con il suo consenso, pubblico:

Ciao Tamara,
Spero che ti ricordi di me.
E’ in arrivo un’altro consiglio.
Spero che come sempre mi puoi aiutare.
Allora Kiara mia figlia a maggio 10 anni, frequenta la quarta elementare e ha difficoltà nel comprendere e sopratutto spiegare un testo. Anche se lo leggo io e lo spiego rigo per rigo. Sembra che si dimentichi la sequenza dei passaggi, i termini da usare e si rifugia in quelli più elementari. Ogni volta che c’è una pagina di storia, geografia, scienze o una semplice storiella, è sempre la stessa tragedia. Io lo ripeto decine e decine di volte spiegandole il significato dei termini e illustrandole i possibili sinonimi.
Attendo pazientemente che si esprima. Provo con le domande….adesso ti faccio un esempio:

Il testo:
La bevanda principale degli egiziani era la birra. La birra veniva prodotta dall’ orzo che una volta macinata con un rullo di pietra e trasformata in farina veniva impastata con acqua e datteri che servivano alla lievitazione. L’impasto così ottenuto veniva messo in un ruoto caldo finché in superficie non si formava una crosta dorata” …

Kiara: la birra la facevano con … mmmm …il grano …
Io: no con l’orzo e poi vuoi dire che è la bevanda principale?
Kiara: la bevanda principale è l’orzo …
Io: no…è la birra che viene fatta con l’orzo….ma chi la facevano?
Kiara: gli egizi
Io: bene … e allora?
Kiara: (silenzio … )

Inizio con le domande
Io: qual’è la bevanda principale degli egizi?
Kiara: la birra
Io: come la producevano?
Kiara: con l’orzo
Io: cosa facevano all’orzo?
Kiara: lo mischiavano
Io: Ma prima cosa facevano?
Kiara: (silenzio)
Io: lo ma-ci …
Kiara: macinavano
Io: e poi?
Kiara: (silenzio)
Io: con che cosa?
Kiara: con un rullo
Io: di che?
Kiara: di pietra
Io: lo mescolavano con…?
Kiara: datteri
Io: perché?
Kiara: (silenzio)
Io: a che servivano i datteri?
Kiara: (silenzio)
Io: per la … per la … lie … lievi … lievita …
Kiara: lievitazione

Insomma è così si continua per pagine e pagine!!!
Immagino che tu a leggere quanto sopra ti sarai stancata e stressata…immagina io tutti i giorni per ore e ore!!!!!!
Verso le otto di sera dopo decine e decine di volte ci riesco a farle dire tutto il testo, ma non credo che sia normale e salutare studiare così!
In matematica è molto, ma molto più veloce e questo mi rincuora perché mi fa escludere qualche forma di mal apprendimento (almeno spero!).
Ho pensato alla svogliatezza, ma non credo, perché dato che sa che potremmo fare anche notte, se lei non ha finito, come si deve, di fare i compiti.
In passato provai anche a lasciarla sola, nel senso che mi sedevo alla sua scrivania solo se mi chiamava e non insistevo nel farmi raccontare i testi. Sai cosa successe?
Lei non si faceva alcun problema ad andare a scuola senza aver studiato. Ne si preoccupava delle ramanzine della maestra, ma poi quando i voti sono incominciati a crollare e i compagni non le chiedevano più confronti didattici e pure le telefonate a casa dei compagni per prendere l’assegno sono terminate, è andata in crisi!
In classe poi nonostante le ore passate a studiare, la maestra mi dice che fa scena muta o quasi. Un’altra docente mi ha fatto notare che forse dato la sua timidezza si chiude ancor di più perché teme le urla di disappunto dei compagni. Ho cercato di incoraggiare quindi mia figlia a non curarsi dei compagni e sopratutto ho fatto presente a tutte e tre le docenti che quello che permettono di fare in classe quando un bambino è interrogato è una forma di bullismo e in quanto tale loro hanno il dovere di regolarizzare questi atteggiamenti. Intanto la situazione non cambia. Eppure è una bambina socievole, solare, come figlia è un’amore, qualsiasi cosa le chiedo in casa me la fa, mi ascolta, mi ubbidisce sempre, è educata con tutti. Ma non la capisco… perché non è responsabile con i compiti? Se non lo dico io di mettersi a studiare non prende mai l’iniziativa. Tanto timida e poi non teme le ramanzine della maestra? Perché perde tempo sui compiti? Spesso la becco che si distrae anche con una gomma! Perché non riesce a capire quello che ha letto? Perché non si ricorda il mio riassunto? Perché ripeterlo tantissime volte? Perché dobbiamo esaurirci così?
Aspetto ansiosa i tuoi preziosissimi consigli.

Manuela

Questa invece è stata la mia risposta:
Ciao Manuela! Come posso dimenticarmi di te!
Ognuno di noi ha modi di apprendimento diversi. C’è quindi chi ha più dimestichezza con una materia piuttosto che con un’altra.
Con questo non voglio dire che Kiara non può fare meglio di così ma piuttosto che dovremmo trovare il metodo di studio più adatto per lei.

Io ti suggerirei un libretto piccolo ma ben fatto come guida allo studio:
COME SOPRAVVIVERE A SCUOLA” title=”Come sopravvivere a scuola – Amazon” target=”_blank”>COME SOPRAVVIVERE A SCUOLA
Non è un libro scritto di recente e qui su amazon sembra esserci solo una copia di seconda mano. Comunque questo è il titolo, puoi cercarlo anche da altre parti.

Il processo d’apprendimento si basa sul processo mnemonico il quale si suddivide in tre fasi:
1. Memoria a breve termine. Permette di trattenere nuove informazioni per un periodo molto breve, di solito circa 2 secondi.
2. Memoria di lavoro od operativa. Qui le informazioni rimangono da pochi secondi a qualche minuto oppure ore.
3. Memoria a lungo termine. Questa è il magazzino delle conoscenze più o meno permanenti dove risiedono i concetti matematici, le principali capitali del mondo, il proprio nome, ecc…
Da quello che mi descrivi, quindi, posso pensare alla necessità di trovare un metodo di insegnamento che le permetta di ricordare “a breve termine”.  Sei d’accordo? Spesso i bambini con questa difficoltà vengono considerati lenti d’apprendimento.

Ora vediamo i punti critici della memoria a breve termine sono:
1. La recodifica e cioè la capacità di concentrare le informazioni in entrata. Un bambino di scuola elementare può ricordare per esempio fino a 4-5 numeri in sequenza. Per ricordare di più serve una “recodificazione” che consiste in una parafrasi attraverso le quali le locuzioni vengono condensate o abbreviate. E’ un aspetto essenziale dell’apprendimento a breve termine.

Come si può aiutare? Il bambino può ripetere sottovoce, condensare con parole sue oppure trasformare le parole in immagini mentali (una sorta di fotografia). Esercizi per la recodifica sono anche quelli di riassumere istruzioni oppure intere esperienze delle giornate.
Qui potrebbero intervenire anche gli insegnanti facendo fare a scuola esercizi di questo tipo.

2. La memorizzazione in formati specifici: visivi, verbali, sequenziali. Vedi quale tipo di memoria è più facile da ricordare per Kiara.

3. La velocità di memorizzazione. La memoria a breve termine è anche associata alla velocità delle informazioni in entrata. E’ preferibile quindi rallentare la velocità delle informazioni che si vogliono memorizzare.

4. L’utlizzo di strategie. Se la memorizzazione visiva è quella che Kiara ricorda meglio, forse l’ideale è spiegarle che ad ogni parola letta può associare delle immagini, come un album fotografico o anche un film.

5. La collaborazione tra memoria e attenzione. Ovviamente se ci sono stimoli esterni che distraggono, dobbiamo eliminarli. Creare un ambiente privo di distrazioni.

Credo che spesso nelle scuole non si tenga in considerazione i diversi metodi di apprendimento e questo mette in difficoltà bambini come Kiara (che sicuramente è molto intelligente). La mettono in difficoltà anche di fronte agli altri bambini e la conseguenza è che probabilmente si sentirà “stupida”.
Alla luce di quello che ti ho scritto chiedile come si sente, così puoi verificare che il mio pensiero sia corretto.
Poi parla con la sua insegnante, spiegale questa situazione e chiedile di aiutarla in classe senza farla sentire diversa. L’esercizio della recodifica si può fare in classe con tutti i bambini.

La conversazione prosegue poi in un’altra mia email. Questa:

Ciao,
mi auguro che l’insegnante sappia di cosa si sta parlando. Se vuoi puoi farle leggere la mia mail.
Quello che ti ho scritto è il pensiero del pediatra Mel Levine e lo trovi espresso nel suo libro A modo loro. Un libro ben fatto che ti consiglio di leggere (se riesci a trovarlo): A modo loro.
Non saprei indicare un sito internet, mi dispiace. Credo che cercando certamente si troverà qualcosa.
Tua figlia non è stupida e per esperienza personale la scuola non sempre è in grado (o non è interessata) di capire che ogni bambino impara in modi differenti e non sa aiutarli (magari non sempre) a trovare il loro metodo di studio.

Sono sicura di quello che ti ho detto perché in fondo un po’ mi sono identificata in tua figlia. Anche io, quando andavo a scuola avevo difficoltà a ricordare e, a dire il vero, anche adesso. Mi dicevano di fare schemi ma li facevo male e non servivano. Mi dicevano di ripetere a memoria ma studiavo ore e ore e ore per poi, il giorno dopo difficilmente ricordare qualcosa di quello che avevo letto. Dovevo trovare una logica in quello che leggevo altrimenti erano solo una parola dietro l’altra. La scuola per me era solo un’incubo! La differenza tra allora e adesso è che ora so cosa fare per ricordare le cose! Io ho molta memoria visiva, mi faccio schemi (per questi ci vuole molta pratica per farli bene) e poi scrivo. Scrivere mi fa ricordare … Ora ho ricominciato a studiare e mi piace tantissimo!
Ci vuole qualcuno di preparato che possa aiutare Kiara a trovare il suo metodo per ricordare le cose.
Ho dato una rapida occhiata su internet a proposito di memoria a breve termine però ho visto che gli esercizi che propongono sono giochi per bambini piccoli come il memory. Secondo me, il soffermarsi su nuovi vocaboli trovando la definizione ed eventualmente trasformare quella parola in un’immagine, potrebbe essere molto più d’aiuto del memory. Io direi di essere il più concreta possibile.
Grazie per il tuo permesso alla pubblicazione.

Ancora un aggiornamento sulla conversazione…

Mi sono ricordata di alcuni esercizi per migliorare la concentrazione che, dopo essere stata ore sui libri, servirà di certo. Ogni momento in cui sente di non riuscire più a seguire, può fare questo semplice esercizio chiamato “wayne cook posture”.
Nel link che ti metto, lo trovi dal minuto 1:09 al minuto 2:44. Nel caso non potesse fare questo, c’è una versione più veloce e semplice da fare ma sempre di grande effetto. Quest’altro lo trovi proprio di seguito al precedente, quindi dal minuto 2:55 al 3:30. In ogni posizione fare 6 bei respiri profondi. Non preoccuparti se non capisci l’inglese, è sufficiente copiare quello che fa lei.
Sono esercizi molto efficaci che io stessa uso spesso.
Spero possa aiutare

 

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Viaggiando e stando a contatto con altre culture diverse dalla nostra, ho imparato molto, prima di tutto il gioire delle piccole cose che la vita ti regala. Attraverso questo sito desidero essere utile in qualche modo, magari anche solo trasmettendo un po' di serenità.