Caffè: pro e contro

Un breve articolo per mettere in evidenza i pro e i contro di questa bevanda così popolare. Una bevanda che potrebbe essere considerata la “droga” più popolare al mondo. Infatti il caffè crea una vera assuefazione, un po’ come avviene per la cioccolata, il cui abuso potrebbe portare per esempio emicrania o semplice mal di testa.

La rivista scientifica “Critical Reviews in Food Science and Nutrition” nel volume 46, Issue 2, del 2006 riporta l’articolo Coffee and Health: A Review of Recent Human Research. Cosa direbbe l’articolo? Di seguito un riassunto.

Il caffè è un complesso mix di sostanze chimiche che forniscono notevoli quantità di acido clorogenico e caffeina.

Il caffè non filtrato è una fonte significativa di cafestolo e kahweol, che sono diterpeni considerati gli elementi che causano l’innalzamento del colesterolo.

I risultati della ricerca epidemiologica suggeriscono che il consumo di caffè può aiutare a prevenire diverse malattie croniche, tra cui diabete mellito di tipo 2, malattia di Parkinson e malattie del fegato (cirrosi e carcinoma epatocellulare).

La maggior parte degli studi non hanno trovato che il consumo di caffè sia associato ad un significativo aumento del rischio di malattia cardiovascolare. Tuttavia, il consumo di caffè è associato ad un aumento di diversi fattori di rischio per malattie cardiovascolari, quali l’ipertensione e l’omocisteina plasmatica. Al momento, non ci sono prove che il consumo di caffè aumenti il rischio di cancro.

Per gli adulti che consumano moderate quantità di caffè (3-4 tazze al giorno fornendo 300-400 mg al giorno di caffeina), non ci sono abbastanza prove di rischi e benefici per la salute. Tuttavia, alcuni gruppi, tra cui le persone con ipertensione, bambini, adolescenti e anziani, possono essere più vulnerabili agli effetti negativi della caffeina.

Inoltre, evidenze attualmente disponibili suggeriscono che può essere prudente per le donne in gravidanza limitare il consumo di caffè a 3 tazze al giorno che forniscano non più di 300 mg al giorno di caffeina per escludere qualsiasi aumento della probabilità di aborto spontaneo o la crescita fetale alterata.

Quindi una quantità moderata di caffè non fa poi così male, anzi, possiamo avere alcuni benefici. Il caffè viene metabolizzato velocemente ed è stimolante del sistema nervoso. In realtà la caffeina è considerata una sorta di supplemento per atleti. Per esempio una tazza di caffè nero o una tazza di te è il supplemento perfetto prima di una corsa, di una sessione di sollevamento pesi o anche un evento di lunga durata.

Tuttavia chi beve troppo caffè incorre in rischi cardiovascolari per cui non è adatto in particolare a chi soffre di ipertensione.

Bere caffè la sera crea disturbi del sonno. In realtà ognuno ha la propria sensibilità per cui ci sarà chi registra meno sonno REM o un sonno più profondo oppure semplicemente non si riescie a dormire. Ricordiamo che l’effetto della caffeina rimane presente nel sangue per un periodo compreso dalle 6 alle 14 ore quindi si consiglierebbe l’ultimo caffè non dopo le tre del pomeriggio.

La caffeina potrebbe influire sull’allattamento. Prestate quindi attenzione se, dopo aver bevuto caffè o anche mangiato cioccolata, il bambino si comporta in modo agitato al seno, inarcando la schiena, piangendo e staccandosi continuamente dal seno mentre mangia.

Il corpo della donna in gravidanza è una “macchina” straordinaria, si comporta esattamente come deve comportarsi affinché il bambino cresca in modo sano. Come è capitato a me, sicuramente sarà capitato a molte altre mamme. Su due gravidanze, il mio corpo ha reagito al caffè in modi completamente differenti permettendomi di comprendere se era buono o meno per me ed il mio bambino. Adesso parliamo di caffè e caffeina, ma il quadro potrebbe benissimo essere ampliato a tutti gli alimenti.

 

 

Fonti:

  • Perry, B.W., Fitness for Geeks: Real Science, Great Nutrition, and Good Health. Oreilly & Associates Inc, maggio 2012
  • De Zotti, T., Dormire bene per crescere felici, CreateSpace Independent Publishing Platform, settembre 2012
  • “Critical Reviews in Food Science and Nutrition” nel volume 46, Issue 2, del 2006

 

 

 

 

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