Una delle più importanti teorie sugli stadi dello sviluppo intellettuale è stata elaborata da Jean Piaget.
Il primo periodo è quello che va dalla nascita a 2 anni ovvero fino alla comparsa del linguaggio ed è il periodo dell’intelligenza senso-motoria. A sua volta questo periodo è diviso in sei stadi:
Fin dalla nascita nel neonato sono presenti dei meccanismi riflessi come ad esempio il succhiarsi il pollice o il nuotare che si consolideranno con l’esercizio o scompariranno.
Si passa dalle attività riflesse alle abitudini intese come ripetizione continua di un risultato piacevole. Ad esempio, quando per caso riesce a mettere il pollice in bocca, cercherà di ripetere l’esperienza gradevole cercando di coordinare mano e braccio.
Le scoperte casuali di prima saranno indirizzate verso l’ambiente esterno. Un oggetto utilizzato con successo potrà essere riutilizzato per ottenere lo stesso risultato. Per esempio tirare il cordone che provoca il movimento o il rumore di un giochino.
Oltre ad utilizzare un oggetto per ottenere uno scopo, ora sarà in grado anche di superare un ostacolo che si frappone fra lui e l’oggetto da raggiungere, utilizzando schemi conosciuti come battere, scuotere, afferrare.
A questo punto non si limita a ripetere quelle azioni che già conosce e che hanno prodotto un risultato, ma le varia per scoprire nuove possibilità. Un esempio è quando getta a terra un oggetto in diverse direzioni e con diverse intensità per vedere cosa accade.
È come se riuscisse a risolvere dei problemi tramite riflessione, con azioni interiorizzate (come le definisce Piaget). Compare nel bambino il gioco simbolico come “il fare finta di essere qualcuno per divertirsi”.
Il secondo periodo va dai 2 ai 4 anni.
In questo periodo inizia a svilupparsi l’intelligenza pre-concettuale ossia la capacità di avere una visione d’insieme del problema e spiegare come si verificano determinate azioni.
A 2 anni inizia a parlare con frasi molto semplici e trovandone giovamento, inizierà anche a chiedere il perchè delle cose.
Avvicinatelo alla lettura in modo allegro ed entusiasmante. Ora riconoscerà le figure e ricorderà la trama delle favole. Ma verso i due anni è pronto anche per giochi come manipolare la creta, dipingere (anche con tempere) o creare collage.
Inizierà ad adorare i cartoni animati, ci saranno quelli che preferirà e vorrà vedere e rivedere all’infinito.
Poichè a quest’età non è in grado di distinguere tra realtà e fantasia, fate attenzione a ciò che gli fate vedere. Meglio una videocassetta visionata prima da voi.
Dai 4 ai 7 anni entriamo nel periodo intuitivo ossia quel periodo in cui il bambino riesce a spiegare i fatti che ha visto in modo diretto senza bisogno di ragionamenti, si sviluppa quindi maggiormente l’attività concettuale.
Questo in pratica significa che se per esempio mettiamo il bambino di fronte a due contenitori di forme e dimensioni diverse (uno basso e largo e l’altro alto e stretto) e li riempiamo con lo stesso contenuto (per esempio delle palline), per il bambino ci saranno più palline nel contenitore alto e stretto perchè visivamente il vaso appare più pieno.
Ora sarà più facile interagire con i bambini attraverso il dialogo e facendo manipolare loro alcuni oggetti; a differenza di prima che era indispensabile l’osservazione per analizzare il comportamento infantile.
Da 7 a 11 anni si parla di rappresentazioni concrete.
Il bambino è in grado di prendere coscienza che un’azione resta invariata, anche se ripetuta. Il punto chiave è quindi che il bambino ha in linea di massima formato concetti di classificazione molto semplici, di numero, di lunghezza, di area, ecc. e comincia a formare i concetti di peso e, in seguito, di volume.
Un esempio lo possiamo vedere con un esperimento dello stesso Piaget. Si mettano davanti al bambino 20 palline nere e due o tre palline bianche, tutte di legno. Gli si chieda semplicemente se ci sono più palline nere o più palline di legno. Il bambino, prima dei 7 anni, risponderà: ” Ci sono più palline nere”. Solo dopo questa età, essendo giunto al concetto di “tutto” e di “parti”, indicherà con sicurezza tutte quelle di legno.
Infine da 11 a 14 anni ci troviamo nel periodo delle operazioni formali.
E’ il periodo in cui la maggior parte dei bambini conquista il ragionamento astratto: acquista la capacità di fare ipotesi, di formulare fatti sull’improbabile e perfino sull’impossibile. Ci sorprenderà la loro facilità nell’elaborare teorie su valori morali, politici e filosofici ipotizzando a volte anche sistemi per cambiare il mondo.
È in grado di comprendere il valore di certi oggetti e fenomeni, di eseguire attività di misurazione, operazioni mentali sui simboli (geometria, matematica…), ecc.
Famoso è l’esperimento del pendolo ideato da Piaget. Al soggetto viene presentato un pendolo costituito da una cordicella con un piccolo solido appeso. Il suo compito è quello di scoprire quali fattori (lunghezza della corda, peso del solido, ampiezza di oscillazione, slancio impresso al peso), che ha la possibilità di variare a suo piacere, determina la frequenza delle oscillazioni. Lavorando su tutte le combinazioni possibili in maniera logica e ordinata, il soggetto arriverà ben presto a capire che la frequenza del pendolo dipende dalla lunghezza della sua cordicella.
Ovviamente il pensiero non è ancora quello teorico-scientifico.
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