Written by tamara in Sviluppo neonato e bambino.
La nozione di intelligenza è una delle più vaghe e imprecise; nella sua stessa definizione si incontrano notevoli differenze fra autore e autore.
Le controversie che nascono sono causate sia dal problema dell’origine dell’intelligenza, sia da quello del suo rapporto con le altre facoltà psichiche.
Le teorie riguardanti l’origine dell’intelligenza vanno dalla concezione di tipo empirico, secondo cui essa è un prodotto delle influenze ambientali, alla conzecione di tipo razionalistico, che la considera come una capacità originaria, cioè ereditata, che progredisce con la maturazione del soggetto.
Nel suo rapporto con le altre attività psichiche l’intelligenza può essere considerata come una funzione distinta, per cui non è istinto, né memoria, né abilità di movimenti. Da un altro punto di vista, però, ciascuna di queste funzioni appare difficilmente isolabile dalla totalità del comportamento intelligente. Infatti la presenza di una buona memoria, o di una spiccata capacità di apprendimento o di attenzione, denota un soddisfacente sviluppo intellettuale.
Quindi l’intelligenza può essere definita in vari modi:
Di fronte a tutte queste divergenze, è prevalso l’atteggiamento empirico: si valuta la capacità intellettiva attraverso le sue manifestazioni concrete giungendo a individuare nell’intelligenza un’attitudine che può essere misurata con dei test. La persona più intelligente riuscirà cioè a risolvere meglio e più in fretta una serie di situazioni che implicano l’intervento delle capacità intellettive.
I primi test sono quelli dello psicologo francese Binet che nel 1904 fu incaricato di formulare dei test per individuare quei bambini che non erano in grado di affrontare la normale istruzione elementare. I primi risultati erano grossolani e poco differenziati, ma in seguito, con la collaborazione dello psicologo Simon nacque la prima scala metrica dell’intelligenza, detta appunto scala di Binet-Simon. Essa comprende un numero piuttosto vasto di prove, costituite da semplici esercizi di carattere pratico e verbale, dello stesso tipo di quelli in cui il bambino si imbatte ogni giorno nel suo ambiente, e la cui difficoltà aumenta gradatamente.
In seguito questi test furono rivisti e migliorati da Terman e da Merril per cui troveremo altre due scale: scala di Binet-Simon nella revisione Terman e la scala di Binet-Simon nella revisione di Terman-Merril.
Ed ecco alcune prove del test di intelligenza Binet-Simon:
(Fonte: Alfred Binet e Théodore Simon, “La mesure du développement
de l’intelligence chez les jeunes enfants”, 1911)
L’aver trovato una serie di prove di difficoltà graduata rese possibile confrontare l’età cronologica (EC) del bambino e il livello da lui raggiunto nella scala intellettuale, cioè la sua età mentale (EM).
Lo psicologo W. Stern relazionò i due valori stabilendo un rapporto che ci permette di calcolare il quoziente intellettuale (QI) di un individuo.
Come si calcola quindi? Poniamo due esempi:
Quindi il QI permette di stabilire paragoni tra i soggetti, qualunque sia la loro età cronologica; questo però entro i limiti della maturazione dell’intelligenza, che dopo aver progredito fino ai 16 anni, si arresta bruscamente.
Questo tipo di scala presentata qui non è perciò idonea alla valutazione dell’intelligenza adulta perchè si basa sullo sviluppo delle capacità intelletive in rapporto alla crescita fisiologica. Tuttavia sono molto limitati i casi eccezzionali e normalmente la precocità dei primi anni di vita si trasforma in superiorità anche in età adulta. Da lunghi studi condotti da Terman si è dimostrato che bambini iperdotati da adulti guadagnano circa il doppio della media nazionale e raggiungono i gradini più elevati della scala sociale.
Le differenze individuali dell’intelligenza sono dovute sia a influenze ereditarie che ambientali. In che rapporto stanno i due fattori, si è scoperto solo esaminando due gemelli identici separati subito dopo la nascita e vissuti in ambienti diversi: allo sviluppo dell’intelligenza concorrono per due terzi l’ereditarietà e per un terzo l’ambiente.
Fonte:
michele
cortesemente vorrei sapere se l intelegenza e ereditaria e perche una persona non sviluppa l inteligenza anche non malata grazie
tamara
Ciao Michele, non ho capito bene la tua domanda però posso dire che l’intelligenza è di origine ereditaria ma molta influenza ce l’ha l’ambiente in cui si cresce.