Written by tamara in Essere genitori, Salute, Sviluppo neonato e bambino.
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Eccomi qui per approfondire l’argomento legato a “I rischi del bambino obeso“.
Voglio raccontarvi in sintesi la storia di un ragazzo undicenne riportata dal pediatra Mel Levine in un suo libro “I bambini non sono pigri“.
Si tratta di un bambino molto intelligente, più avanti, rispetto ai suoi coetanei, nella lettura e nelle discipline scientifiche, sapeva parlare perfettamente e la sua mente era spumeggiante di idee. Odiava però scrivere, sembrava impiegare ogni risorsa nel comporre le lettere e non gliene rimaneva per la punteggiatura e tutto il resto. Il risultato finale era una calligrafia veramente difficile da leggere non solo per un adulto ma anche per se stesso.
Inoltre anche a causa del suo sovrappeso, si sentiva continuamente deriso dai suoi compagni di scuola. Egli non dimostrava il suo malessere, ma a lungo andare la situazione divenne insostenibile, il bambino iniziò a sentirsi depresso, tanto da minacciare il suicidio. Fu allora che i genitori decisero di farlo curare.
Durante un colloquio con il medico della scuola, poichè non voleva fare ginnastica, confessò quello che segue:
Mi vergogno. Mi prendono in giro perchè sono grasso e perchè non riesco a prendere e a lanciare la palla bene come loro. E poi non ce la faccio a correre: vado piano, sembro scemo. Qualsiasi gioco facciamo, io sbaglio e loro mi danno addosso e mi dicono di tutto.
Le continue umiliazione subite dal bambino unite ai tanti nomignoli che gli altri bambini gli assegnavano (come ciccione, palla di lardo, ecc), avevano gravemente minato la sua autostima.
A tutto ciò si aggiungono le critiche di insegnanti e genitori che lo considerano pigro. È comprensibile come egli desiderasse una vita che non mettesse alla prova le sue scarse capacità fisiche, scegliendo una vita sedentaria.
I suoi genitori erano persone atletiche, simpatiche, realizzate ed il ragazzo, com’è naturale, le ammirava e desiderava essere all’altezza delle loro aspettative; ma purtroppo aveva la sensazione di rappresentare per loro una delusione. Loro desideravano un figlio atletico con cui giocare a tennis, ma avevano invece un figlio che arranca, combina poco e sembra pigro.
Inoltre non dimentichiamoci che 11 anni è un’età delicata, si entra nell’adolescenza, le apparenze diventano particolarmente importanti e i coetanei sono spesso senza pietà. La scelta di questo ragazzino, per evitare umiliazioni pubbliche, fu quella di stare solo o con adulti, vivendo da emarginato.
Mi sembra che il quadro sia completo. È evidente come si sente un ragazzo che presenta delle diversità rispetto ai suoi coetanei. In questo caso al suo problema di peso si aggiunge il problema legato alla memoria motoria che lo ostacola nella scrittura e alla coordinazione muscolare che lo limita nelle sue capacità sportive.
Come aiutare un bambino in questa situazione.
È fondamentale ripistinare la sua autostima innanzitutto mettendo in evidenza le sue qualità (in questo caso la lettura, l’apprendimento delle scienze e della matematica, il disegno, ecc…) e spiegando cosa si può fare da grandi con tali doti.
Sicuramente rimarrà stupito da ciò perchè le sue virtù non le percepisce come tali, ma le sottovaluta; succede a tutti i bambini con insufficienza prestazionale.
Gli si spiega quali sono le sue difficoltà facendogli capire che non è scemo e nemmeno ritardato.
Per quanto riguarda il peso avrebbe semplicemente dovuto dimagrire e una volta raggiunta la pubertà sarebbe stato come tutti gli altri ragazzi.
A scuola l’insegnante di ginnastica cercherà di non fargli fare esecizi che lo mettano in ridicolo con i suoi compagni aiutandolo ad acquisire forza fisica (il body building è una buona alternativa, ma anche lancio del peso e lotta libera). Riuscendo in qualche sport si sentirà sicuramente ammirato e gratificato.
Per aiutarlo nella scrittura gli fu consigliato dal pediatra di utilizzare la tastiera del computer perchè implementare gli schemi motori con la tastiera è più facile che con una penna. Inoltre gli fu consigliato, a scuola, di scrivere solo in stampatello e copiare elenchi di parole ogni sera prima di andare a dormire, perchè quello che si fa immediatamente prima di andare a dormire rimane impresso durante la notte.
Se desidera provare con la musica, ci sono tanti strumenti, ma quelli più adatti per uno che ha problemi nella srittura e quindi ha problemi a ricordare sequenze motorie, sono la batteria, il trombone e il contrabbasso, tutti strumenti che necessitano l’uso dei grossi muscoli delle braccia che sono più facili da controllare.
Se il ragazzo ha una passione per qualcosa, cerchiamo di aiutarlo a coltivarla comprando riviste, libri e magari collaborando con gli insegnanti riuscirà a stupire e impressionare tutti soprattutto i compagni di classe.
Non meno importante il ruolo del genitore. Imparando a lodare il proprio figlio per quello che sa fare, senza fare pressioni su di lui perchè divenga un atleta o quant’altro, si otterrà un grande risultato.