Il primo respiro

Una volta che il bambino è nato e viene a contatto con l’aria, il suo respiro inizia in modo naturale. Raramente è necessario stimolare il respiro artificialmente ma, se si rendesse necessario, sarà sufficiente un massaggio delicato sulla schiena o sui piedi. Con la prima espansione del petto l’aria entra attraverso il naso e la gola del neonato. All’espandersi dei polmoni, l’aria entra e il liquido che era prima presente viene assorbito dal sangue e dalla circolazione linfatica. Molti dicono che il primo respiro può essere graduale o molto doloroso, a seconda del momento in cui viene tagliato il cordone.

Fino a quando il bambino non fa il suo primo respiro, la madre fornisce al bambino sangue ossigenato attraverso la placenta. Ora il bambino inizia a pompare sangue direttamente nei polmoni per l’ossigenazione. Tenendo il bambino attaccato al cordone ombelicale si permette una transizione più graduale e gentile al primo respiro. Il bambino può riempire i suoi polmoni gradualmente di aria. Il sangue extra che arriva dalla placenta è un elemento essenziale che assicura al neonato salute e vitalità.

Solitamente ci vogliono da 10 a 15 minuti prima che il sangue proveniente dal cordone diminuisca gradualmente fino a fermarsi. Tradizionalmente i medici tagliano subito il cordone per affrettarsi nel processo dell’espulsione della placenta. Nella nascita dolce invece il cordone non viene tagliato fino a quando la placenta non viene espulsa da sola. Durante questi minuti il bambino può rimane sul petto della mamma. Si tratta di un passaggio importante per entrambi: per il bambino che affronta il primo respiro da solo in modo graduale e senza dolore e per la mamma che deve realizzare che ora c’è un nuovo individuo separato ma ancora profondamente dipendente da lei.

 

 

 
Foto: Simon O’Dwyer

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